Il ritorno alla casa fu un viaggio silenzioso carico di tensione. Nicola camminava dietro Giacomo, osservando la linea delle sue spalle, il modo in cui si muoveva con quella grazia felina che ora conosceva così intimamente. I suoi vestiti erano ancora spiegazzati, i capelli arruffati, e sulla pelle sentiva ancora il profumo di Giacomo mescolato al suo.
Cosa aveva fatto? La domanda lo martellava nella mente mentre saliva i gradini di bambù. Era venuto sull'isola per la ricerca più importante della sua carriera, e invece si era perso nel primo uomo che aveva incontrato. Un uomo che viveva come un eremita su un'isola sperduta, completamente al di fuori del suo mondo di conferenze universitarie e laboratori sterili.
"Nicola," la voce di Giacomo lo fece sobbalzare. Si voltò e vide che il guardiano lo stava osservando con preoccupazione. "Va tutto bene? Siete molto silenzioso."
"Io..." Nicola si passò una mano nei capelli, cercando le parole giuste. "Devo pensare."
Un'ombra attraversò il viso di Giacomo. "Pensare a cosa?"
"A tutto questo. A noi." Nicola fece un gesto vago verso la foresta. "È successo tutto così in fretta. Ieri non vi conoscevo nemmeno e oggi..."
"Oggi mi avete detto che mi amate," completò Giacomo, la voce improvvisamente fredda. "State forse ritrattando?"
"No!" la risposta esplose da Nicola prima che potesse fermarla. "No, non sto ritrattando. È solo che... la mia vita è a Milano. Il mio lavoro, la mia carriera. E voi... voi vivete qui, su quest'isola."
Giacomo si avvicinò lentamente, come un predatore che studia la sua preda. "E allora?"
"Come può funzionare?" chiese Nicola, la disperazione che traspariva nella voce. "Cosa siamo, Giacomo? Un'avventura di vacanza? Un momento di follia?"
Gli occhi azzurri di Giacomo si accesero di rabbia. "È questo che pensate? Che quello che è successo oggi sia stato solo un momento di follia?"
"Non lo so," sussurrò Nicola. "Non lo so più."
Giacomo si fermò a pochi centimetri da lui, così vicino che Nicola poteva vedere le pagliuzze dorate nei suoi occhi. "Guardatemi," disse con voce bassa e pericolosa. "Guardatemi e ditemi che quello che abbiamo condiviso oggi non significava niente."
Nicola alzò lo sguardo e si perse immediatamente in quegli occhi che lo conoscevano già troppo bene. "Non posso," sussurrò.
"Perché?"
"Perché significava tutto." Le parole uscirono come una confessione strappata. "Significava tutto, ed è questo che mi spaventa."
L'espressione di Giacomo si addolcì. "Nicola..."
"Sono sempre stato un uomo razionale," continuò Nicola, le parole che ora fluivano come un fiume in piena. "Ho sempre pianificato tutto, controllato ogni aspetto della mia vita. E voi... voi avete mandato tutto all'aria in meno di due giorni."
Giacomo sorrise, tendendo una mano per accarezzargli dolcemente la guancia. "E vi dispiace?"
Nicola si appoggiò istintivamente a quel tocco. "Dovrebbe. Dovrei essere terrorizzato. Invece..."
"Invece?"
"Invece non sono mai stato così felice in vita mia," ammise Nicola, la voce che si incrinava. "Ed è questo che mi terrorizza davvero."
Giacomo lo attirò tra le sue braccia, stringendolo forte. "Stupido, bellissimo uomo," sussurrò contro i suoi capelli. "Credete che per me sia diverso? Credete che non sia terrorizzato anch'io?"
Nicola si scostò per guardarlo. "Voi? Terrorizzato?"
"Sono dieci anni che vivo su quest'isola," disse Giacomo, le mani che accarezzavano la schiena di Nicola. "Dieci anni di solitudine che ho scelto io, che pensavo di volere. E poi arrivate voi, con i vostri occhi verdi e la vostra passione per la scienza, e in due giorni distruggete tutto quello che credevo di sapere su me stesso."
"Giacomo..."
"Sapete cosa ho pensato ieri notte, mentre voi dormivate nella stanza accanto?" continuò Giacomo. "Ho pensato che per la prima volta in dieci anni non volevo più essere solo. Ho pensato che se ve ne foste andato alla fine della settimana, come previsto, sarei morto."
Nicola sentì il cuore spezzarsi a quelle parole. "Non dovete dire così."
"È la verità," disse Giacomo, prendendogli il viso tra le mani. "Voi avete risvegliato qualcosa in me che credevo morto. Mi avete fatto ricordare cosa significa essere vivo, essere felice, essere... amato."
Si baciarono dolcemente, un bacio pieno di promesse e paure condivise. Quando si separarono, entrambi avevano gli occhi lucidi.
"Cosa facciamo?" chiese Nicola.
"Non lo so," ammise Giacomo. "Ma so che non voglio rinunciare a voi. Non ora che vi ho trovato."
"Neanch'io voglio rinunciare a voi," disse Nicola. "Ma come..."
"Rimanete," disse Giacomo all'improvviso. "Rimanete sull'isola con me."
Nicola lo fissò, incredulo. "Rimanere? Ma il mio lavoro, la mia vita..."
"Potete studiare qui," disse Giacomo, l'eccitazione che cresceva nella sua voce. "Quest'isola è piena di specie che nessuno ha mai catalogato. Potreste scrivere libri, articoli. Diventare il più grande esperto mondiale di botanica tropicale."
"Giacomo, è una follia..."
"È amore," lo interruppe Giacomo. "È quello che fanno le persone che si amano. Trovano un modo per stare insieme."
Nicola sentì la testa girargli. Era davvero possibile? Poteva davvero abbandonare tutto per amore?
"Pensateci," disse Giacomo, vedendo la sua esitazione. "Non decidete ora. Ma pensateci. Immaginatevi qui, con me, a studiare le meraviglie di quest'isola. Immaginatevi nelle mie braccia ogni notte, svegliarvi ogni mattina sapendo che siete amato."
L'immagine era così seducente che Nicola sentì le ginocchia tremare. "E se non funzionasse?"
"E se funzionasse?" ribatté Giacomo. "E se fosse la cosa più giusta che abbiate mai fatto?"
Si guardarono negli occhi per un lungo momento, il futuro che si apriva davanti a loro pieno di possibilità terrificanti e meravigliose.
"Datemi tempo," sussurrò finalmente Nicola. "Ho bisogno di tempo per pensare."
Giacomo annuì, anche se nei suoi occhi si leggeva la delusione. "Tutto il tempo che vi serve. Ma Nicola..."
"Sì?"
"Mentre pensate, ricordatevi di questo." Si chinò per un bacio profondo e passionale che fece girare la testa a Nicola. "Ricordatevi di come ci sentiamo quando siamo insieme. Ricordatevi che l'amore non si trova due volte nella vita."
Quella sera, mentre giaceva nel suo letto da solo, Nicola fissò il soffitto e lottò con la decisione più importante della sua vita. Dalla finestra aperta arrivavano i suoni della foresta notturna, e da qualche parte nella casa sentiva Giacomo muoversi irrequieto.
Due giorni fa era un uomo con una vita perfettamente ordinata. Ora era un uomo innamorato, con il cuore diviso tra due mondi.
E per la prima volta, non sapeva quale scegliere.