Adam Smith è seduto sul divano del salotto della baita, perso nei suoi pensieri. Sta cercando di capire cosa sia successo a Riccardo, cosa lo abbia spinto a cambiare così tanto. Dopo aver riflettuto per un momento, decide di andare a vedere cosa stia facendo. Si alza e si dirige verso la stanza di Riccardo. Non appena entra, viene colpito da un calcio circolare al mento, facendolo cadere a terra. Riccardo, nel frattempo, cerca di correre verso la porta d’ingresso. Adam, dolorante e stordito, si rialza e la insegue. Quando Riccardo è a pochi passi dalla porta principale, Adam lo afferra, lo solleva e lo scaraventa sul divano vicino. Si china su di lui e, con voce glaciale, chiede: "Che cosa pensavi di fare?"
Le afferra i capelli con forza, tirandoli indietro. Riccardo urla dal dolore, ma Adam si avvicina e lo bacia con brutalità. Riccardo, furioso, gli morde le labbra, costringendolo a staccarsi. Adam si tocca le labbra doloranti e lo guarda con uno sguardo assassino. Poi, con voce calma ma minacciosa, dice: "Credi davvero che sia così facile scappare da qui? Rimarrai qui finché non deciderò io." Riccardo lo guarda dritto negli occhi e, con rabbia, ribatte: "Nessuno mi può rinchiudere, sono una persona libera e troverò un modo per scappare."
Adam, ridendo beffardamente, lo lascia parlare. La sua risata malvagia fa venire i brividi a Riccardo. "In questa casa, gli speciali non possono usare i loro poteri", dice Adam, avvicinandosi. "Tutto intorno è protetto da incantesimi, nessun speciale può uscire da qui." Con un gesto rapido, gli afferra i capelli. "Non andrai da nessuna parte, e ti assicuro che presto sarai mio."
Riccardo, in un gesto di disprezzo, sputa in faccia a Adam. Quest’ultimo, fuori di sé, lo schiaffeggia con forza, facendolo cadere a terra. Ma Riccardo non si lascia intimidire. Si rialza con la stessa determinazione che lo ha sempre caratterizzato, e, guardando Adam dritto negli occhi, dice: "Puoi anche uccidermi, ma non sarò mai tuo. Sei solo un uomo orribile, che usa solo la violenza. Nessuna persona apprezza qualcuno come te, e tanto meno io."
Adam, ormai furioso, solleva Riccardo e lo porta in camera, scaraventandolo sul letto. Poi, con voce gelida, gli dice: "Staremo a vedere chi avrà la meglio."
Quando Adam sbatte la porta alle sue spalle, Riccardo dà un pugno al letto, frustrato. Come si permette quell’uomo di mettergli le mani addosso? Nessun uomo dovrebbe trattarlo così. Ma poi, con la coda dell’occhio, nota una luce che filtra dalla finestra. Si avvicina e capisce subito che quella è la luce di un portale appena aperto.
…
Sofia, nel frattempo, ha radunato gli altri speciali e li avverte: "Questa casa è off-limits per noi. È protetta da barriere che ci impediscono di entrare o usare i nostri poteri." Poi si rivolge a Teo e Raul: "Voi siete gli unici che possono fare qualcosa, ma dovete fare attenzione. Il comandante Smith è molto astuto, non sarà facile ingannarlo."
Mentre si avvicinano all'ingresso della baita, sentono dei passi dietro di loro. Si voltano e vedono un uomo bruno, vestito con la tipica divisa nera dell’esercito del silenzio, avvicinarsi. "Lasciate che vi aiuti", dice l'uomo, avvicinandosi. "Conosco bene il comandante Smith, ho lavorato sotto copertura nell'esercito del silenzio per anni."
Teo lo guarda sospettoso e gli chiede: "Chi sei tu? Come possiamo sapere che non ci stai facendo cadere in una trappola?"
"Mi chiamo Vittorio Crescentini e sono anch'io uno speciale", risponde l’uomo.
In un istante, l'uomo si trasforma: da bruno e sulla quarantina, diventa giovane, biondo con gli occhi color mare. Teo e Raul lo guardano increduli, ma Vittorio si dirige verso la baita, suonando alla porta. Sperando che il comandante Smith apra, sa che ha bisogno di un modo per far entrare Teo e Raul e poter così salvare Riccardo.
Quando il comandante Smith apre la porta, lo fissa per un attimo. "Mi spieghi cosa stai facendo qui?", gli chiede.
"Volevo parlarti, è urgente", risponde Vittorio, cercando di mantenere la calma.
"Ok, entra e ricorda di chiudere la porta. Qui dentro fa un freddo terribile", dice il comandante, facendolo entrare. Ma Vittorio lascia la porta accostata, in modo che Teo e Raul possano entrare senza farsi notare.
Il comandante Smith si siede sul divano, incrocia le gambe e chiede a Vittorio: "Allora, di cosa volevi parlarmi?"
"Di Riccardo Salvati. Sembra che sia stata rapita. Ne sai qualcosa?", chiede Vittorio.
Smith lo guarda per un momento, poi risponde: "Come dovrei saperlo? Sono qui, nella baita. Sai che, quando sono qui, non mi interessa nulla di ciò che succede fuori."
Vittorio, però, sa che sta mentendo. Quando mente, Smith si tocca sempre la punta del naso. Ma decide di non farne parola, fingendo di credergli. Il comandante si alza, va verso la cucina e torna con due birre. "Ti fermi a bere un sorso, ora che sei qui?", chiede.
"Ok, ma non fare come l'altra volta, che ti sei ubriacato. Sei pericoloso quando bevi", avverte Vittorio, ma il comandante ride e gli offre la birra.
…
Nel frattempo, Teo e Raul, al piano superiore, hanno aperto diverse porte, trovando solo stanze vuote. Alla fine, arrivano a una porta chiusa a chiave. Raul sta per sfondarla quando Teo estrae alcuni arnesi da scasso e, sorridendo ironico, dice: "Luca è davvero speciale, non solo manipola le menti, ma è anche un mago con le serrature."
Teo si mette subito al lavoro.
…
Nel frattempo, Riccardo, steso sul letto, ha il viso premuto sul cuscino. Quando sente un rumore provenire dalla porta, si gira e vede la porta aprirsi. La prima figura che riconosce è quella di Teo. Si alza e si getta tra le sue braccia, baciandolo appassionatamente. Teo risponde al bacio, ma improvvisamente sentono qualcuno schiarirsi la voce dietro di loro. Si girano e vedono Raul sorridere.
"Lasciate questo per dopo, dobbiamo andarcene subito", dice Raul, ma non fanno in tempo a reagire.
"Non credo che andrete da nessuna parte", li interrompe una voce familiare. Il comandante Smith li osserva, appoggiato alla porta. Ora capiscono che sono nei guai.