Io e Eirik ci avvicinammo a quel tavolo, aspettando che le persone interessate a far parte delle Olimpiadi si avvicinassero per poter firmare sul foglio, iscrivendosi. Mi sedetti sulla sedia scostandola un po' all'indietro per poi avvicinarmi al tavolo.
Eirik preferì sederti direttamente sul tavolo e lasciò una gamba a penzoloni. Lo vidi passarsi una mano sul viso e lo sentì sospirare pesantemente. Lo guardai di sfuggita, cercai di provare a capire che tipo di pensieri gli stessero attraversando la mente.
Di certo non potevo capire ciò che provava, dopotutto io da Ruven per tutta la mia vita avevo ricevuto indifferenza, mentre lui era il suo beta, il suo braccio destro, e si erano sempre confrontati a vicenda.
-è qui che devo firmare?- chiese un signore in modo sarcastico e ridendo. Sobbalzai dallo spavento, facendomi prestare attenzione subito sulla sua persona, e quasi lo guardai inorridita, era molto robusto, dovuto proprio alla sua stazza alta e per le spalle larghe.
Mi sforzai di sorridergli -si, proprio qui- indicai con il dito la riga che avrebbe dovuto firmare. Una persona come lui alle Olimpiadi avrebbe battuto chiunque, talmente era grosso. Quasi mi faceva paura.
Cercai di guardare con la coda dell'occhio Eirik, notai che ci stava fissando in silenzio. Era serio, e continuava a muovere avanti e indietro la gamba. Stava dando le spalle alle persone che, invece, erano di fronte a me.
Il signore firmò e se ne andò senza dire nulla fortunatamente, sospirai di sollievo appena fu abbastanza lontano per non sentirmi. Sentì ridacchiare Eirik e subito lo guardai male -che c'è?- mi girai ad osservare un signore che salutò prima di firmare -buongiorno- ricambiai sorridendo per poi continuare a guardare storto Eirik.
-no, nulla- si limitò ad alzare le spalle facendomi assottigliare lo sguardo e lui rise ancora. Poi dopo un attimo di silenzio si girò ancora a guardarmi -perché non ti iscrivi anche tu?- chiese ammiccando verso di me.
Questa volta fu il mio turno di ridere, come poteva pensare Eirik che avrei potuto partecipare alle Olimpiadi. Non che sia da sottovalutare, perché poi io ero molto brava nei combattimenti, merito di Eirik che di nascosto da Ruven mi aveva fatto fare molti allenamenti.
Ruven sicuramente mi avrebbe proibito di fare le Olimpiadi, come donna mi credeva più debole e come compagna, come i tipici maschilisti, credeva che ero destinata a casa, alle faccende domestiche, e dedita a sfornare cuccioli.
Se Ruven avesse scoperto che Eirik mi aveva fatto fare allenamenti, non gli avrebbe risparmiato una bella ramanzina. Nonostante lui fosse mio fratello, non conosceva i miei interessi, anzi, come uomo e Alpha, non se ne interessava, a differenza di Eirik.
-e perché?- chiesi alzando le spalle aspettando che un altro signore firmasse quel benedetto foglio, che firma dopo firma si stava riempendo.
-come perché?- chiese di rimando, quasi sbuffai per la piega noiosa che stava prendendo la conversazione, perché non andava dritto al punto? -sei una bravissima combattente, potresti far parte delle Olimpiadi- si strinse nelle spalle con fare ovvio.
Ridacchiai -sarebbe bello...- posai il pollice e l'indice sotto il pento, pensando all'idea che mi aveva appena dato mio fratello. Non era male, assolutamente. Ma c'era un qualcosa che mi tormentava la testa, una cosa che mi diceva che non dovevo farlo.
-e cosa ti ferma allora?- chiese con un sorriso o sul volto Eirik, posando entrambe le mani vicino ai fianchi, poggiando i palmi sul tavolo e cominciando a far dondolare le gambe alternandole. Lo osservai bene, non risposi subito.
In realtà non sapevo cosa dirgli. Cosa avrei potuto rispondergli, sento una vocina nella testa che mi dice di no? Assolutamente no, non avrei mai potuto dargli una risposta del genere. Mi avrebbe presa per matta, quindi decisi di pensare ad altro. -se lo scoprisse Ruven, cosa direbbe?-
Eirik scoppiò a ridere fragorosamente ed io mi accigliai, cosa aveva tanto da ridere? Non era mica una battuta quella che avevo detto io, o almeno, non mi sembrava affatto una cosa divertente. Alzai entrambe le sopracciglia, scossi leggermente la testa, come per fargli capire che mi doveva una spiegazione.
-da quando ti interessa di cosa pensa e dice Ruven?- chiese dopo essersi sbellicato dalle risate. Quasi quasi mi sarei messa a ridere anche io, solo per la sua risata contagiosa, se non fosse che non capivo cosa avessi detto di talmente divertente.
Lo guardai male non appena ebbe risposto. Alzai un sopracciglio e lo guardai male. Era solo questo? Davvero? Ed io che pensavo a chissà cosa... tutta questa scena, per una misera cosa... mah...
Pensai bene alle parole che aveva appena detto Eirik. In ogni caso aveva ragione, a me non era mai interessato nulla di ciò che diceva l'Alpha, e non avevo mai ascoltato nella mia mente, quella vocina, molto probabilmente il mio "grillo parlante" o la mia lupa Nelly, che mi consigliavano cosa fosse meglio per me.
Quindi decisi che gli avrei ignorati, non mi interessava di loro -sai che ti dico?- chiesi retorica prendendo il foglio delle firme che si era riempito -hai ragione, tanto è solo una cosa amichevole, no?- alzai le spalle, presi la penna e firmai. Non avevo mai ascoltato i pareri di nessuno, e non lo avrei fatto di certo ora, al diavolo tutti, io lo farò. -parteciperò alle Olimpiadi-
Eirik mi aprì la porta di casa, facendomi passare come un vero gentiluomo. Dopo essere stata un bel po' di tempo a stare seduta su quella scomodissima sedia, ad aspettare che tutti firmassero, non avevo più sensibilità al fondoschiena.
-allora, io vado da Ruven, abbiamo un discorso in sospeso- cominciò a dire per poi avvicinarsi a me e cominciare a fissarmi con aria severa dall'alto del suo metro e ottanta, se non di più -tu invece che fai?-
Lo fissai per qualche secondo in silenzio, poi abbassai lo sguardo verso i fogli -porto i fogli firmati a Ruven, poi potete parlare- ci avviammo verso lo studio.
Eirik bussò alla porta, si sentiva che era visibilmente teso e agitato per la conversazione che doveva avere con Ruven. Ovviamente lo capivo, comprendevo benissimo i suoi stati d'animo, inoltre sapevo benissimo fino a dove poteva arrivare Ruven.
-entrate pure- rispose con il suo solito tono da Alpha. Eirik aprì la porta e mi fece passare, come faceva sempre, lo guardai un'ultima volta, come per infondergli sicurezza e poi entrai seguita da lui.
-ti dovevo portare i fogli firmati- constatai avvicinandomi alla scrivania e porgendoli i fogli, per poi appoggiarli sull'angolo della sua scrivania. Per poi girarmi e andarmene.
-allora, Eirik...- sentì incominciare Ruven in un sospiro. Appena misi il piede fuori dalla stanza, mio fratello mi bloccò di colpo sorprendendomi -è inutile che esci per poi stare fuori ad origliare- fece una piccola pausa -siediti sul divano e non aprire bocca- ordinò.
Aveva completamente ragione, mi conosceva troppo bene. Non me ne sarei andata, mi sarei messa dietro la porta, a cercare di sentire e capire tutta la loro conversazione, nonostante fossi consapevole che loro il mio odore, al di là della porta, lo avrebbero sentito.
Così mi sedetti su quello comodissimo divano, non dopo aver chiuso la porta. Mi misi comoda e cercai di essere il più possibile silenziosa. Sapevo benissimo che in realtà li non mi ci dovevo trovare. Ma ormai ero lì.
Sapevo benissimo che quella conversazione era molto delicata, e Eirik l'aveva presa davvero sul serio. Ovviamente era una cosa fra loro due ed io li cominciavo ad essere di troppo, se non invadente.
-cosa vuoi sapere Eirik- cominciò Ruven. Si accomodò meglio sulla sua sedia d'ufficio, posò il gomito sul ripiano liscio del legno della scrivania e si strofinò con le dita il mento barbuto.
Mi accigliai, possibile che davvero non lo avesse capito? O voleva sentirselo dire? Se fosse stata la seconda ipotesi, speravo vivamente che Eirik non gli desse quella soddisfazione.
E adesso che ci penso, mi sembrava strano che proprio l'Alpha mi avesse detto di restare. Ok, non lo aveva detto esplicitamente, ma lo aveva fatto capire, possibile che stesse cambiando qualcosa in lui? Che dopo 22 della mia esistenza si fosse reso conto di che atteggiamento aveva assunto nei miei riguardi?
No, impossibile. Non ci sarei cascata nemmeno morta... non volevo illusioni, per poi magari soffrire.
-lo sai benissimo Ruven...- aveva una nota di severità nella voce Eirik. Aveva assunto la postura che a me faceva proprio impazzire: braccia incrociate al petto, gambe leggermente divaricate e il busto leggermente sporto all'indietro per restare in equilibrio. Era visibilmente scocciato, forse per via di Ruven che non si decideva ad arrivare al punto...
Proprio quest'ultimo finalmente, dopo un paio di secondi, che sembravano minuti, decise di parlare -Eirik, ti capisco. Posso capire la tua delusione nei miei confronti-
-non è delusione- lo interruppe Eirik precisando e scuotendo la testa -il punto è che non mi hai detto nulla, e ciò mi ha dato fastidio. Ciò che voglio,sapere è: perché?-
-è stata una cosa decisa all'ultimo momento. E con il fatto che sei stato spesso occupato anche tu con Narah, ho preso questa decisione senza dirti nulla- rispose tutto d'un fiato Ruven stringendosi nelle spalle, facendo respirare me ed Eirik.
-in ogni caso sono riuscito ad avvisare anche gli altri branchi di fare partecipare anche il branco alle Olimpiadi, sempre che lo vogliano-