Capitolo 2

1336 Words
Il Dottor Zilbert, un uomo di mezza età dai capelli brizzolati ma ancora di bell'aspetto, è nel suo studio, intento a muoversi nervosamente avanti e indietro sulla sedia. In quel momento, il suono di un telefono interrompe il suo pensiero. Si avvicina alla scrivania e risponde, mantenendo il tono professionale. “Pronto,” dice. “È tutto pronto per stanotte,” risponde la voce dall’altra parte. “Bene, dovete solo far credere che siano stati i ribelli.” “Non si preoccupi, siamo dei professionisti.” Il Dottore chiude la chiamata con un sorriso soddisfatto e, mentre si gira verso lo specchio, aggiunge: “Dopo la morte dell’imperatore, io comanderò su questo mondo.” La sua risata si spegne lentamente, persa nei suoi sogni di potere. Troppo preso dal suo entusiasmo, non si accorge che qualcuno sta ascoltando dietro la porta. Il ragazzo che si trova lì è Morris Zilberg, il figlio minore del dottore. È un giovane dai tratti affascinanti, con capelli castani e leggermente lunghi, e occhi grigi che sembrano cambiare colore a seconda della luce. Morris, visibilmente scosso, si allontana lentamente dalla porta, il cuore che gli batte forte nel petto. Rientra nella sua stanza, dove si siede pensieroso. Non può permettere che succeda qualcosa a Adam, l’uomo di cui è innamorato da quando lo ha incontrato dieci anni fa. …. Dieci anni prima, il piccolo Morris stava giocando con la palla nel cortile della villa dei genitori. Sua madre era troppo ubriaca per preoccuparsi di lui, e sua sorella maggiore, già sposata con un uomo violento, non mostrava alcun interesse per il ragazzo. La sua vita, già segnata da difficoltà familiari, cambiò il giorno in cui incontrò Adam Smith. La palla di Morris finì in un cespuglio, e mentre cercava di prenderla, si ferì con un rovo, facendosi male. In quel momento, arrivò suo padre, accompagnato da due uomini: uno anziano e l'altro alto e biondo. Quando Morris si girò, i suoi occhi si posarono subito su Adam, l'uomo dai tratti imponenti, che lo guardava con un sorriso rassicurante. “Cosa ti è successo, piccolo?” gli chiese Adam, avvicinandosi con passo deciso. Morris, ancora piangendo, rispose tra le lacrime: “Ho perso la mia palla tra quei cespugli e mi sono ferito con i rovi.” Adam, con un sorriso gentile, si chinò nel cespuglio e recuperò la palla, restituendola a Morris. Da quel momento, tra i due nacque un legame speciale. Più Morris cresceva, più si innamorava di Adam, anche se il destino sembrava portare Adam verso sua sorella. Quando Adam intraprese una relazione con lei, le sue speranze svanirono, ma il suo affetto per lui rimase immutato nel tempo. …. Nonostante gli anni passati, i sentimenti di Morris per Adam erano ancora vivi nel suo cuore. Sua sorella, ormai lontana da Adam, gli aveva chiesto di non avere più alcun contatto con lui, ma a volte si scrivevano ancora in segreto. Morris, però, non voleva che Adam morisse. Doveva intervenire per salvarlo. Deciso a fare qualcosa, si alzò dal letto e si vestì in fretta. Doveva raggiungere il palazzo dell’imperatore per avvertirlo del pericolo imminente. Anche se Adam non l'avrebbe mai amato, Morris sperava almeno di poterlo tenere vicino, vivo, e al sicuro. …. Nel suo studio, Adam Smith, ora imperatore, stava esaminando dei documenti. Il lavoro era ben più pesante di quello che aveva quando era comandante dell'esercito del silenzio. La sua rabbia per la sua morte e per la famiglia Salvati si era lentamente dissolta, ma una settimana dopo il suo ritorno in vita, la sua vita prese una svolta inaspettata. Nell’abitazione del Dottor Zilberg, aveva incontrato un ragazzo che gli aveva restituito una serenità che non aveva mai conosciuto. Quella persona era Morris, i cui occhi grigi gli davano pace. Adam si era affezionato a lui, ma quando la relazione di Adam con sua sorella era finita, anche le loro strade si erano separate. Improvvisamente, una bussata alla porta lo fece distogliere dai suoi pensieri. “Avanti,” disse con voce ferma. Il servo che entrò portava notizie preoccupanti. “Signore, c’è il comandante Colton Steward fuori, desidera parlare con lei.” “Fallo entrare.” Colton Steward, un uomo dai capelli scuri e dallo sguardo serio, si avvicinò alla scrivania. “Signore, abbiamo catturato un ragazzo che sembra provenire da un altro mondo. Ha dei poteri molto particolari.” Adam lo guardò con attenzione. “Che tipo di poteri?” “Può spostare gli oggetti con la mente.” Il cuore di Adam si fermò per un istante. Non esistevano speciali di nascita in questo universo, eppure una possibilità si fece strada nella sua mente. Forse era uno dei fratelli Salvati. Si alzò dalla sedia e aprì un cassetto, tirando fuori un documento con delle foto. “Penso che sia Luca Salvati, il fratello minore di Riccardo e Teo.” Colton esaminò le foto e, con uno sguardo curioso, disse: “Vuoi che te la porti qui, così puoi vendicarti di qualcuno di quella famiglia?” Adam scosse la testa. “No. Voglio che tu lo protegga.” Colton, sorpreso, chiese: “Perché?” Adam sospirò. “Ho fatto troppo male a quella famiglia. È il momento di fare qualcosa per redimermi.” Colton annuì, più convinto che mai. “Farò tutto il possibile per proteggerlo.” Con un ultimo saluto, il comandante uscì, pronto a compiere la missione affidatagli. …. Quella sera, dopo una lunga giornata, Adam si trovava in bagno, sotto la doccia, cercando di liberarsi dalla tensione che lo accompagnava da giorni. Quando si guardò allo specchio, la cicatrice sul suo volto gli ricordò quanto fosse stata difficile la sua vita. Aveva imparato la verità sul suo passato: la cicatrice non era stata causata dagli speciali, ma da suo padre, che aveva perso il controllo dei suoi poteri. Ogni membro della sua famiglia, infatti, faceva parte degli speciali. Si sfiorò la cicatrice con una mano, mentre il ricordo di un bambino di undici anni gli affiorava nella mente. Quel ragazzo gli aveva cambiato la vita. Adam aveva sempre desiderato rivederlo, ma sapeva che avvicinarsi a lui significava mettere in pericolo tutta la sua famiglia. Dopo essersi messo i pantaloni del pigiama, si avvicinò al letto. Improvvisamente, un rumore lo fece girare. Dietro di lui c'era qualcuno. L’uomo afferrò il braccio di quella persona e, in un attimo, caddero insieme sul letto, con Adam sopra di lui. Quando Adam alzò lo sguardo, si trovò faccia a faccia con gli occhi grigi di Morris, il cui viso era diventato ancora più affascinante negli anni. “Che cosa ci fai qui?” gli chiese Adam, sorpreso, sedendosi accanto a lui. “Sono venuto perché sei in pericolo,” rispose Morris, mettendo una mano sulla gamba di Adam. “Mio padre ha ingaggiato dei sicari per ucciderti. Dobbiamo andare via.” Adam si alzò, senza indugi, e decise di seguire il consiglio del ragazzo. Non poteva permettere che morisse senza aver fatto nulla per fermare il Dottore. “Come facciamo a uscire senza che nessuno scopra della mia sparizione?” chiese, guardando Morris. Il ragazzo si concentrò, e dalle sue mani emerse una luce arancione. I suoi occhi diventarono bianchi come la nebbia. Un corpo addormentato apparve sul letto, identico a quello di Adam. “Posso creare dei cloni,” spiegò Morris, il cui potere era nascosto al padre. “Questo è uno dei miei.” Adam non disse nulla. Prese Morris e si avvicinò alla finestra. “Vuoi saltare da qui?” chiese Morris, visibilmente preoccupato. “Non ti preoccupare,” rispose Adam, tenendolo stretto a sé. “Posso saltare da molto alto senza farmi nulla. Ti fidi di me?” Morris lo guardò negli occhi, avvicinandosi al suo viso e dandogli un bacio sulle labbra, sussurrando: “Mi sono sempre fidato di te.” Con quelle parole, i due saltarono nel buio della notte. Quando toccarono terra, iniziarono a correre, determinati a trovare un rifugio sicuro dove nascondersi e pianificare la loro prossima mossa.
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