Il dottor Zilberg osservava i suoi nemici con un sorriso pericoloso sulle labbra, sicuro che la vittoria fosse ormai a portata di mano. Con un cenno, chiamò i suoi uomini e li ordinò di avanzare. Ma all'improvviso qualcosa bloccò l'onda di attacco: una barriera solida si eresse all'improvviso, proprio al di là della barricata. Riccardo, concentrato, stava usando i suoi poteri per rallentare l'avanzata dei cloni, creando un muro che però, senza il potere di sentire dolore, li faceva sbattere contro di esso senza sosta, indebolendolo sempre di più. Accanto a lui, Jared tentava di rallentare i movimenti dei nemici con la sua forza mentale, ma ben presto entrambi furono costretti a piegarsi al terreno.
L’avanzata dei soldati non accennava a fermarsi. I nostri eroi indietreggiarono, incapaci di fermarli, poiché i cloni erano immuni ai loro poteri. In quel momento, Morris, con determinazione, si posizionò davanti al gruppo. Con un gesto deciso, fece apparire una schiera di suoi cloni, che si gettarono addosso ai soldati nemici, creando il caos tra le loro fila. La situazione si fece più favorevole per i ribelli, e Adam, non aspettando oltre, si lanciò tra le fila dei cloni, la sua spada scintillava mentre colpiva gli umanoidi e li riduceva in pezzi.
Dietro di lui, Vittorio, Teo e Clarence, il cui corpo svaniva nell'invisibilità grazie a una runa, abbatterono uno dopo l'altro i nemici che cercavano di avanzare. La battaglia sembrava inclinarsi a favore dei ribelli, ma il dottor Zilberg, vedendo che i suoi cloni stavano perdendo terreno, e che il suo piano stava fallendo, estrasse una pistola dalla cintola e la puntò contro suo figlio. Il suono di uno sparo ruppe l’aria.
Jennifer, che era dietro al gruppo con suo figlio, non ci pensò due volte: vide suo padre puntare la pistola contro Morris, e si scagliò verso di lui. Ma il proiettile non la risparmiò. Lo colpì al petto, e cadde tra le braccia di Morris. Lui la strinse, le lacrime che rigavano il suo volto si mescolavano con il dolore per la perdita imminente delil fratello.
“Morris, non penso che sopravviverò a questo... ma voglio che tu e Adam vi prendiate cura di Andrea. Mi dispiace per quello che ti ho fatto,” sussurrò Jennifer, la voce sempre più debole.
Morris, con il cuore spezzato, la stringeva forte. “Non ti preoccupare, sorellona. Qualcuno verrà ad aiutarci.”
La donna, ormai prossima alla morte, allungò una mano sul viso di suo fratello e, con l'ultimo respiro, gli disse: “Ti voglio bene.”
La sua mano cadde, e con un respiro finale, morì tra le braccia di Morris, che urlò il suo dolore. Da lontano, Andrea, il suo bambino, osservava disperato la sua mamma ormai senza vita.
Sirius, che stava combattendo con gli altri, si voltò quando sentì il grido. Quando vide Morris stringere il corpo senza vita di Jennifer, il suo cuore si fermò per un istante. Si precipitò verso di loro, abbattendo chiunque gli si mettesse davanti. Quando arrivò da loro, abbracciò la donna che aveva amato, piangendo forte. Il suo cuore era spezzato, non riusciva a credere a quello che stava accadendo. Ma qualcosa di straordinario accadde: un calore improvviso attraversò il suo corpo e, come se fosse un miracolo, entrò nel corpo senza vita di Jennifer. La donna riprese vita con un lungo respiro, i suoi occhi grigi si aprirono lentamente e si posarono su Sirius.
“Pensavo che non ti avrei mai più rivisto,” disse, la voce rotta dalla stanchezza ma piena di un amore ritrovato.
Sirius, incredulo ma felice, la baciò con passione, mentre il resto della battaglia continuava attorno a loro.
Il dottor Zilberg, osservando inorridito la scena e rendendosi conto che il suo piano stava crollando, si preparò a fare un altro passo verso la distruzione. Puntò di nuovo la pistola verso Morris, il suo unico obiettivo rimasto. Ma proprio mentre stava per sparare, una palla di fuoco colpì la sua mano, facendogli cadere la pistola, con un urlo di dolore.
Adam si avventò su di lui, ma il dottor Zilberg, nonostante l’età, rispondeva con incredibile forza ai suoi colpi. Ma poi, colpito da un mucchio di sabbia lanciato dall'anziano nemico, Adam fu costretto ad arretrare, il bruciore negli occhi lo costrinse a indietreggiare. In quel momento, però, un masso enorme venne scagliato contro il dottore. Il masso si frantumò al suo impatto, trasformandosi in decine di proiettili che colpirono il corpo del dottor Zilberg, uno di essi finendo nella sua testa. Il corpo del dottore cadde senza vita, e con lui i suoi cloni rimasero immobili, privi di un comandante.
Il silenzio che seguì fu spezzato solo dai suoni di esultanza degli esseri umani, che si abbracciavano e piangevano di gioia per la vittoria. La battaglia era finalmente finita.
Ore dopo, a casa, Luca stava aspettando Colton. Quando lui entrò, lei gli corse incontro e lo abbracciò, sentendo il calore del suo corpo che le dava conforto. Colton, con un sorriso dolce, la prese tra le braccia e la baciò con passione. “Mi sei mancata in questi pochi minuti,” le disse, e lei, ridendo, lo spinse sul letto e si mise sopra di lui.
“Non pensi che sia troppo strano quello che hai detto?” gli chiese con un sorriso malizioso.
Lui rise, poi, con un movimento deciso, la portò sotto di sé e ricominciò a baciarla con passione. Il loro amore esplodeva mentre il mondo intorno a loro era finalmente in pace. Quando tutto si fermò, entrambi si abbracciarono, il respiro che tornava normale.
Colton la guardò negli occhi e le chiese, la voce piena di speranza: “Vuoi rimanere con me?”
Lei lo guardò, accarezzandogli i capelli neri, e rispose con un sorriso sereno: “Certo che voglio stare con te.”
Lui la strinse a sé, sorridendo felice. “Ti amo.”
“Anch’io, ti amo,” rispose Luca, guardandolo negli occhi.
Rimasero abbracciati, sapendo che, finalmente, dopo tanta sofferenza, avrebbero potuto essere felici insieme.