SERATA A SORPRESA

1576 Words
"Paolo, tesoro sei pronto?...facciamo tardi..." "Arrivo..." La voce squillante di Lucia mi raggiunge mentre sono nella cabina armadio e mi sto infilando la camicia. Metto i jeans e prendo il giubbino di D&G dall'attacapanni quasi strattonandolo. Perché poi ho deciso di invitarla a cena? Per la scopata? Beh, non è stata un granché...forse perché ero distratto...non lo so. In realtà lo so, ma ammetterlo mi infastidisce. Da quella sera al ristorante lei continua a tornarmi in mente. La sua figura, il suo viso, quel sorriso fatto di sfuggita e intravisto dal finestrino dell'auto, tutto è rimasto stampato nella mia mente. "Sembro un sedicenne in calore!" Penso tra me e me. Non mi è mai successo di ripensare così tanto ad una donna, nemmeno quando credevo di esserne innamorato. "Che stronzata!" Me lo dico guardandomi allo specchio. Ma so che non è così. L'ho cercata, ovunque. Sono tornato al ristorante e ho chiesto al proprietario. Non mi ha voluto dire nulla, a parte che MALENA è un nome d'arte, preso da un film. "Sai quanti sono venuti a chiedermi di lei?" Mi ha detto Damiano, il proprietario. "Ho perso il conto...succede sempre...la vedono e perdono la testa...beh, con vent'anni di meno la perderei pure io la testa per lei...ahahaha..." "Si ho capito, ma io non sono uno "squilibrato" qualunque...sono venuto a cena da te quante volte? Centinaia, da quando sono a Torino! Quanti clienti ti ho portato? Non lo sai nemmeno tu! Non ti ho mai chiesto niente...Damiano, non puoi dirmi che non sai chi è una cantante che si esibisce nel tuo locale! Cazzo!?" "Non ti ho detto che non so chi è, Paolo!..." "E allora? Dios Habla!" "Senti Paolo, mettiamola così...anzi, ti dirò la verità...c'è un accordo tra me e lei...lei viene a cantare solo nel mio locale, solo con lo stesso gruppo è solo quando io ne ho bisogno o a lei fa piacere! Non è una dipendente, non è una cantante di professione...l'accordo prevede che io non riveli il suo nome a nessuno, né dove abita o che cosa fa nella vita...se una di queste regole non viene rispettata l'accordo finisce qui! E io non voglio perdere la migliore cantante che ho e, se vogliamo, un'attrazione...non posso Paolo, nemmeno per te..." "Quindi non è pagata per esibirsi qui?", chiedo "No!" "Non canta da nessun'altra parte?" "No! Cioè il gruppo si, si esibisce, ma lei canta solo qui..." "Ma perché? Voglio dire, è un accordo strano..." "Lo so, ma non intendo romperlo..." "Questo l'ho capito Damiano! Ma avrai un modo per contattarla? Un telefono, una mail ..." "Mi contatta lei da un numero privato, oppure uno della band..." "È assurdo! Sembra un fantasma..." "Ahahaha, no, è vera posso assicurartelo...senti Paolo, io lo capisco che ti abbia colpito, ma...voglio dire...uno come te, nella tua posizione...non ha difficoltà a trovarsi una donna...in fondo l'hai vista una volta, le donne ti muoiono dietro...lascia perdere..." "Non è questo...è sempre quello che non puoi avere che desideri, non lo sai?!" "Lo so eccome..." "Quanti anni ha? Almeno questo lo sai e puoi dirmelo?" "Si, lo so...ne ha ventisette, come te! Coincidenza!" "Uhm...credi alle coincidenze? Alla tua età?" "No...non più ormai" "Però Damiano, una cosa potresti farla...per me..." "Sentiamo...se è fattibile..." "Potresti chiamarmi quando sai che tornerà ad esibirsi...hai il mio numero, quello privato...lo faresti?" "È rischioso...non è stupida...e poi chi lo sa quando sarà la prossima esibizione, potrebbero passare settimane, anche mesi..." "Non importa, non mi interessa...lo farai?" "Va bene, lo farò..." "Gracias amigo!" Ed ecco tutto quello che ho scoperto...niente! "PAOLOOOOOOO ci sei?" La voce di Lucia mi raggiunge ancora! Dio com'è fastidiosa, mi irrita i nervi, mi innervosisce e ci devo passare una serata intera!? Devo trovare il modo di liberarmene al più presto. Scendo le scale e lei è in fondo che mi aspetta. Un abitino nero succinto copre ben poco, lasciando intravedere anche troppo. Certo ha il fisico per permetterselo, ma l'idea di farmi vedere in giro con lei non mi stuzzica affatto. Me ne devo liberare assolutamente. Nel preciso istante in cui formulò questo pensiero il mio cellulare squilla. Il display mostra il numero di Damiano. Il cuore mi sale in gola, dalla nostra ultima conversazione non mi ha mai chiamato. Lo afferro e rispondo subito. "Hola! Dimmi ..." "Ciao campione...forse è la tua serata fortunata...stasera si esibisce, ha chiamato da poco, doveva esserci solo il gruppo, ma pare che ci sarà anche lei...ti prenoto un tavolo?" La mia mente lavora veloce. Lucia mi fissa quasi scocciata, ma non posso andare al ristorante portandomela dietro! "Si! Ho capito...no, se stai male vengo subito...no, no, mamma lo sai che non ti lascio da sola..." Rivolgo lo sguardo verso Lucia alzando le spalle in segno di scuse. Il suo sguardo passa dal perplesso alla consapevolezza che la serata è andata in fumo. La vedo mettere il broncio come una bambina con le braccia conserte. Dovrà farsela passare. "Si, bello, allora la mamma ti prenota un tavolo per due?" Dice Damiano all'altro capo tra le risate. "Si, si, due minuti e sono da te...dammi il tempo di ...." "Vai tranquillo...scarica la tipa in qualche modo...ti aspetto bomber! Ahahah...a dopo." E riaggancia. Chiudo anch'io la telefonata e mi rivolgo a Lucia che è appoggiata al corrimano della scala con lo sguardo da dichiarazione di guerra. "Paolo? Cosa succede?" Domanda con un impennata acuta della voce. "Lucia mi dispiace...era mia madre, non sta bene...purtroppo le capita di star male così all'improvviso..." "...e non può andarci tuo fratello?" "No, mio fratello è in Argentina..." "Non può chiamare il medico?" "Si, lo ha già fatto...senti, Lucia, io non ho più un padre e quando mia mamma sta male..." Lei diventa improvvisamente seria e si addolcisce. "Oh, Dio, scusa! Scusami piccolino, non ci ho pensato..." Si avvicina e mi butta le braccia al colle. Una folata di profumo troppo dolce mi assale. La abbraccio automaticamente ma senza alcun trasporto. "Scusami piccolo tesoro! Hai ragione..." Tenta di baciarmi ma io le lascio solo un breve contatto sulle labbra. "Grazie per la comprensione..." le dico "Ma certo piccolino! Hai ragione...vai da lei..." Se mi chiama piccolino o tesoro un'altra volta la impicco con la borsetta! Penso fingendo un sorriso. "Vuoi che venga con te?" Lo dice illuminandosi come se avesse avuto l'idea del secolo. "Oh, no, non è necessario...poi mia madre non vuole vedere nessuno quando non sta bene...vuoi che ti chiami un taxi?" "Capisco!...beh, si, grazie...ma, la nostra cena è solo rimandata vero?" "Certo!" Le rispondo un attimo prima che l'operatrice mi chieda l'indirizzo. Cinque minuti dopo la vedo uscire da casa mia. L'accompagno al taxi e appena questo se ne va mi dirigo al garage, accendo l'auto e parto. Ho bisogno di un amico però, di una spalla. Inoltro la chiamata dal volante e Juan che risponde al secondo squillo. "Hola bro, que passa?" "Tra dieci minuti sono da te hermano, fatti trovare pronto che stasera ti porto fuori!" "Ok!" Dice ridendo. Quando raggiungiamo il ristorante, lei è già sul palco. Sta cantando "Dont know whay" di Nora Jons. La sua voce è...magnifica, vellutata è piena nei punti giusti, ottima intonazione e il pubblico, seduto ai tavoli sembra rapito. Avanzando nel locale mi accorgo che è seduta al piano e sta suonando. Resto affascinato. Non solo per la bellezza, ma per quell'insieme. Sembra completamente assorta nella musica, le mani sulla tastiera si muovono sicure, canta con gli occhi chiusi quasi come se fosse in un mondo tutto suo. "Ora ho capito amigo perché siamo qui stasera..." Dice Juan dandomi una leggera gomitata. Non gli rispondo, sono troppo preso dalla vista, dall'udito, due dei cinque sensi che possediamo che sono pieni solo di lei. All'arrivo dell'ultima nota l'intero locale scatta in un applauso fragoroso, sia io che il mio amico ne facciamo parte. Lei, si alza dallo sgabello del pianoforte, si inchina al pubblico. Indossa dei jeans strappati davanti, un corpetto nero a giro collo segna le forme del seno e della vita sottile formando una leggera increspatura intorno ai fianchi, più lunga dietro e più corta davanti. I capelli sono semi raccolti, la loro lunghezza è ben visibile. E poi c'è quel viso, quell'ovale perfetto come...come una Madonna, di quelle dipinte nei quadri dagli artisti, con quegli occhi di un colore che non riesco a definire. L'applauso continua e lei ancora una volta si inchina e ringrazia, applaudendo a sua volta verso il pubblico. Si guarda intorno, sembra voler ringraziare tutti con uno sguardo e a un tratto i suoi occhi si posano su di noi. Ci fissa un istante, seria, non sembra stupita o se lo è lo maschera molto bene. Juan alza le mani e grida un "brava!" Lo guardò come se fosse un extraterrestre. "Cosa ho fatto? È stata brava!" E continua ad applaudire. Torno a guardarla, il suo sguardo è ancora fisso su di noi e incrocia il mio. La guardò come a volerle dire "scusalo...è scemo!" Il suo volto si apre in un sorriso splendente, caldo, avvolgente e mi ritrovo a sariderle di rimando. La gente ai tavoli inizia a girarsi nella nostra direzione con l'ovvia conseguenza di riconoscerci. Una serie di persone si alza e viene verso di noi, sembra che avessero già carta e penna in mano e naturalmente lo smatphone! Firme, foto, e ancora firme... Cerco di non perderla di vista, ma per un ultimo scatto con un ragazzo, nel tempo che impiega la fotocamera a cliccare lei non c'è più! Non è possibile!
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