Il signor Mancini.

617 Words
Ero talmente eccitata dalle meravigliose novità che stavano avvenendo nella mia vita che non riuscivo a chiudere occhio, decisi di rilassarmi facendo un bagno completo di idromassaggio. Stavo meravigliosamente bene e non mi ero resa conto dell'ora, sobbalzai quando udii il suono della sveglia del telefonino che avevo messa in precedenza,  sicura che mi sarei addormentata. Erano le tredici ed ancora ero immersa nell'acqua. Uscii immediatamente dovevo asciugarmi i capelli, dato che erano lunghi e folti, avrei impiegato parecchi minuti e dovevo assolutamente essere pronta per le 13,30.  Li asciugai appena, erano ancora umidi quando li raccolsi dietro la nuca e li legai con un elastico, cercai velocemente nell'armadio qualcosa da indossare e presi il primo abito che avevo davanti, un vestito di lanina azzurra. Lo indossai e notai con stupore che mi stava a pennello, scendeva morbidamente lungo il mio corpo evidenziandone le forme e terminava poco prima delle ginocchia, per completare l'opera infilai un paio di stivali di camoscio blu. Presi il lucidalabbra dalla borsetta, mi osservai allo specchio domandandomi se fossi veramente io quella che avevo dinanzi. Vestita a quel modo ero molto graziosa, il lucidalabbra donava molto alle mie labbra carnose, il mio grazioso nasino che il prof. chiamava alla francese e gli occhi di un intenso color verde smeraldo facevano si che il mio viso non fosse poi così male, anzi lo scoprivo addirittura bello. Forse lo osservavo sotto una luce diversa dal solito ed anche in un contesto diverso e non in quella tetra casa in cui avevo vissuto. -Basta non ti montare la testa, ritorna con i piedi per terra sei qui per lavorare- Dissi a me stessa e lasciai frettolosamente la camera. Percorsi tutto il tragitto che mi aveva indicato il maggiordomo, arrivai senza alcuna fatica al grande salone da pranzo alle tredici e trenta in punto. A capo del lungo tavolo vi era seduto un signore anziano, il signor Trudi era in piedi al suo lato sinistro e mi venne incontro: -Bentornata signorina spero abbia riposato bene?...- Non feci neanche in tempo a rispondere che mi indicò l'anziano dicendo: -Ho il piacere di presentarle il signor Mancini- Giunsi dinanzi a lui e gli porsi la mano: -Molto onorata di conoscerla signor Mancini sono la signorina Berruti- Strinse la mia mano facendo molta pressione, mi sembrava molto strano che avesse tutta quella forza data l'età avanzata. Mi colpivano i suoi occhi malinconici di uno stupendo color nero ebano che non erano per niente appropriati a quel viso pieno di rughe, sembravano occhi adatti ad un viso molto più giovane. Il suo sguardo era puntato su di me non aveva pronunciato una sola parola e come se mi avesse letto nel pensiero, il signor Trudi disse: -Purtroppo il signor Mancini da parecchi anni non ha più l'uso della parola, ma non si preoccupi signorina, il suo compito è quello di fargli compagnia nel pomeriggio. Di accompagnarlo a fare una passeggiata o di leggere un libro perchè ha seri  problemi alla vista- -Problemi di vista con quegli occhi!-...Pensai. -Praticamente il mio lavoro consiste nel fare compagnia al signor Mancini, e chi lo accudisce?...- Domandai incuriosita -C'è un infermiere che svolge esclusivamente questa mansione- Rispose Trudi. Quindi il mio lavoro si sarebbe svolto solo per qualche ora nel pomeriggio, la novità non doveva preoccuparmi affatto, l'importante era che avessi percepito lo stipendio. Trudi spostò la sedia all'altro capo del tavolo invitandomi a sedere, arrivò un'uomo con un carrello ed iniziò a servire il pranzo. Il silenzio che regnava nella stanza mi sembrava irreale, mi faceva sentire a disagio e mi chiedevo se mi sarei annoiata a morte in quel magnifico castello dato che potevo dialogare sporadicamente ed esclusivamente con il signor Trudi.
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