La strana passeggiata.

970 Words
Finito di pranzare, il signor Trudi aiutò il signor Mancini ad alzarsi dalla sedia e gli porse un bastone. Mi resi conto vedendolo in piedi che era molto alto e per poter camminare si doveva appoggiare al bastone, questo gli procurava l'incurvatura del busto verso il basso. Gli  porsi il braccio per farlo appoggiare e si aggrappò ad esso con la mano sinistra, mentre con l'altra teneva ben stretto il bastone. Il maggiordomo disse che il signor Mancini durante la sua passeggiata, amava percorrere un piccolo sentiero situato ai margini della foresta che circondava il castello. -Prego mi segua signorina Berruti che le indico il luogo-  Disse Trudi che seguii in cortile sempre con il signor Mancini aggrappato al mio braccio, la nostra andatura era abbastanza lenta dato che l'anziano camminava facendo piccoli passi. Arrivammo all'imbocco di una stradina di terra battuta. -Ecco siamo arrivati non può sbagliare signorina segua il sentiero che la condurrà fino al lago, e poi a suo piacere può ritornare indietro. Al signor Mancini piace molto ascoltare durante la camminata e può parlare di ciò che vuole- Detto ciò si congedò da noi, facendo un piccolo inchino rivolto al mio datore di lavoro. Imboccammo la stradina era già da qualche minuto che camminavamo e non sapevo che dire, regnava il silenzio. Mi venne in mente una canzoncina che cantavo sempre nei momenti di sconforto così iniziai a cantare. Avevo una vocina molto deliziosa, la passeggiata stava iniziando ad essere gradevole e notavo che il signor Mancini mi ascoltava incuriosito.  Poggiai la mia mano sopra la sua, ancora appoggiata al mio braccio e arrivammo serenamente al lago. Alla vista di quell'acqua meravigliosa dai colori stupendi che si amalgamavano tra di loro, e andavano dal verde scuro fino a schiarirsi sempre più e divenire di un verde chiaro somigliante al colore delle acque tropicali. Fui colpita dallo stupore che mi fece smettere di canticchiare e mi rivolsi al signor Mancini: -..Accidenti! Questo laghetto è stupendo è di sua proprietà?...-  Mi fece cenno di si con il capo accompagnato da un lieve sorriso. In riva al lago scorsi una panchina e ci sedemmo, il signor Mancini estrasse dalla tasca della sua giacca un libricino e mi fece capire che dovevo leggerlo. Quando dalla copertina e dal titolo (Il terribile bevitore di sangue) mi accorsi che era un horror, dissi inorridita: -Mi dispiace ma non leggo di queste cose sono molto impressionabile- Dall'espressione del suo volto capii che era  deluso della mia risposta, così ci ripensai non volevo certo che mi licenziasse avevo un dannato bisogno di quel lavoro. -Se a lei fa piacere, farò uno sforzo- Iniziai a leggere con riluttanza, quella storia parlava di vampiri che uccidevano persone innocenti e mi stava letteralmente terrorizzando. Il signor Mancini se ne rese conto, forse dal pallore che avevo in viso e dal tremore della mia voce, così mi tolse delicatamente il libro dalle mani fecendo capire che era ora di rientrare. Giungemmo al castello in assoluto silenzio dopo ciò che avevo letto non avevo nessuna voglia di cantare e rimasi zitta. Trudi ci attendeva al  portone e mi fece strada perchè accompagnassi il signor Mancini alla sua camera,  con stupore mi resi conto che era sul mio stesso piano e due stanze la dividevano dalla mia camera. -Mi sono dimenticato di avvertirla di una cosa molto importante, è essenziale che prima che faccia buio ritorniate al castello nella foresta ci sono parecchi animali non proprio mansueti e, non vorrei, che faccia qualche incontro spiacevole-  Disse il maggiordomo. -Non si preoccupi sono molto fifona, l'avrei fatto ugualmente anche se non mi avesse avvertita- -Molto bene ora può ritirarsi, la cena le verrà servita in camera alle ore venti, la sera il signor Mancini preferisce cenare solo e nella sua camera; anche nei suoi confronti sarà effettuato lo stesso trattamento spero che ciò non le dispiaccia?...- Mi domandò l'uomo e mi dava l'impressione che  fosse ansioso di conoscere al più presto la mia risposta. -No...No...Si figuri per me non c'è nessun problema- Risposi anche se mi sembrava strano, comunque in quel luogo tutto era abbastanza strano, detto ciò salutai e mi ritirai in camera. Mi sdraiai sul letto e decisi di  guardare un film in dvd, venni distratta dal rumore provocato da un delicato colpo alla porta, era il cameriere che mi portava la cena. Lasciò il carrello in camera, avvisandomi di metterlo fuori la porta appena avessi finito perchè sarebbe venuto a riprenderlo in serata. Indossai la camicia da notte di seta rosa che, insieme ad altre di colori diversi, era riposta nell'armadio. Lavai i denti e sciolsi i capelli, li spazzolai delicatamente, mi osservavo allo specchio e mi domandavo se quella bella ragazza vestita di seta fossi proprio io. Sorridevo mentre pensavo a come fosse cambiata la mia vita ed ero più che certa che, per il mio bene, la priorità assoluta era che il signor Mancini avesse vissuto il più a lungo possibile, altrimenti sarebbe stata una catastrofe e non avrei saputo dove andare. Mi accorsi che era quasi mezzanotte e ancora non avevo messo fuori il carrello del cibo. Mi affrettai a farlo e, mentre ero fuori il corridoio avevo la strana sensazione di essere osservata. Il corridoio era buio non riuscivo ad avere visibilità, ma ero più che sicura che nell'oscurità vi fosse nascosto qualcuno perchè ne percepivo la presenza. Era una sensazione molto strana quella che provavo ed iniziavo ad avere paura, lasciai il carrello e rientrai in camera frettolosamente richiudendo la porta alle mie spalle. Un forte colpo alla porta mi fece sobbalzare sembrava che qualcuno vi avesse sferrato un pugno. La paura mi fece gelare il sangue, mi infilai sotto le coperte coprendomi fin sopra la testa. Quello strano evento mi aveva molto turbato e l'indomani mattina avrei chiesto spiegazioni al signor Trudi.
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