Capitolo 7

1507 Words
Artemisia "Ma tu sei pazza," ansimo, stringendo la mia tazza di caffè tra le mie mani, mentre Ramona scoppia a ridere. "Sei proprio una pervertita". Si riprende dalla sua risata e mi fa un cenno con il dito. "Ma dai. Sembra un ragazzo fantastico. So che la tua famiglia ha paura che venga a prenderti, ma forse tu vuoi solo... beh... lasciarti prendere". "Sei impossibile". Alzo gli occhi e nascondo il sorriso bevendo un sorso di caffè. Lei alza le spalle, ridacchiando. "Lo so". "Hai già pensato di chiedergli il suo numero?". Mi chiede, facendomi sospirare. "E come potrei farlo?". Puntando il dito contro di me, inspira sonoramente. "Aaaah, allora ci hai pensato. Chi è la pervertita adesso?". Ridacchio leggermente, scuotendo la testa. "Sono serio. Non è una buona idea". "Niente che vale la pena vivere lo è mai", dice, facendomi sorridere. Aprendo la bocca per ribattere qualcosa, mi fermo nei miei movimenti. Entrambi giriamo la testa verso Zeno che corre verso di me come se fosse inseguito da una pietra gigantesca. Non ho nemmeno il tempo di reagire che lui ci raggiunge alla velocità della luce, afferrandomi il braccio. "Dobbiamo andare. Vieni con me". "Cosa? Zeno, cosa sta succedendo?". "Vieni con me!" grida, strappandomi dalla sedia. Mentre corriamo verso casa, cerco di liberarmi dalla sua presa che comincia a farmi male. "Zeno, rilassati. Cosa sta succedendo?" Naturalmente, è troppo concentrato sui suoi collegamenti mentali per dare retta alle mie domande. Cristian, Costa e Zaccaria ci stanno già aspettando e i loro sguardi sono l'ultimo tassello che completa il mio puzzle di panico. "Oh, mia Dea. Che cosa è successo?" "Siamo sotto attacco", dice Costa, guidando al retro della casa. "Dobbiamo portarti fuori dal territorio del branco". Balbetto incredula, guardando le loro espressioni che già segnalano come siano entrati in modalità di emergenza. "Cosa?" "Fai come ti è stato detto. E cammina più veloce". Zaccaria sibila, facendomi mugolare. Non c'è bisogno di essere così scortesi. All'improvviso, Cassy si agita, rischiando di prendere il sopravvento mentre un profumo appetitoso attacca i miei sensi. Oh, Dea. La testa mi gira mentre ogni fibra del mio corpo sembra rinascere, facendo ronzare piacevolmente i miei nervi. "Compagno", sussurro, facendo interrompere bruscamente i miei fratelli. "Ehi!" Ci giriamo praticamente contemporaneamente, posando gli occhi sull'uomo più bello che abbia mai visto. Il suo petto nudo e muscoloso si solleva e si abbassa, i suoi capelli neri arruffati mi invitano a passarci le mani. Mi ricorda Cayden, solo che il suo viso è più bello, le sue labbra più carnose. Sto perdendo la testa. "Togli le sporche mani dalla mia compagna". Ruggisce, la sua voce profonda mi formicola nello stomaco. Questo non va bene. Prima ancora che io possa reagire, Zeno mi spinge via nella direzione opposta. I miei fratelli si stanno già trasformando, attaccando il mio compagno mentre Zeno grida: "Corri!". Sbatto a terra in modo inelegante prima che il mio istinto mi faccia rialzare e correre il più velocemente possibile. ‘Cosa stai facendo?’ Cassy grida mentre sento i rumori della lotta alle mie spalle. Il mio passo aumenta mentre sento chiaramente il mio compagno ridere, ma devo essermelo immaginato. Inciampando su bastoni e sassolini, corro nel cortile della mia famiglia, volendo raggiungere la foresta. Solo un altro po’. Se riesco a raggiungere il confine, posso coinvolgere altri guerrieri. Quando sono quasi arrivata alla fila di alberi, il profumo straordinario si intensifica di nuovo, finché non si materializza praticamente davanti a me. "Merda!" Rischio di andare a sbattere contro il suo petto duro e mi fermo bruscamente, cadendo all'indietro. Un sorriso sornione appare sul suo splendido viso mentre mi sovrasta. "Sei veloce, piccola compagna. Impressionante". Il respiro mi rimane incastrato in gola mentre lui si accovaccia inclinando la testa. "Dove stavi cercando di scappare?" chiede con aria divertita. Avrei dovuto sapere che la mia fuga e i miei fratelli che cercavano di respingerlo avrebbero solo aumentato il brivido della caccia per lui. Inoltre, non sembra avere nemmeno un graffio. Eppure è stato appena attaccato da 4 maschi alfa. Col cuore in gola penso a un modo per uscire da questa situazione. Mentre mi sto convincendo che questa situazione non è eccitante e che voglio restare con la mia famiglia, mi sento presa alla sprovvista dal fatto che sembro di notare le fossette che si formano sulle sue guance. Piuttosto che i canini affilati che mi sta mostrando. "Io...Io..." ansimo, cercando una qualsiasi ragione per cui stavo scappando dal mio presunto compagno. Canticchia, sembra aspettare pazientemente che io gli risponda. Come un predatore che gioca con il suo cibo. "Io... tu... ho dei pazienti qui". Mi guarda stupito, come se non avesse capito quello che volevo dire. "Non posso lasciarli qui da soli. Sono il loro medico e si fidano di me", continuo a rantolare, cercando di liberarmi del nodo che mi si è formato in gola. Dea, perché io? I suoi occhi si stringono mentre mi spingo leggermente all'indietro. "Sei l'unico medico di questo branco?". "No". Scuoto la testa e mi costringo a rimanere ferma, perché non voglio farlo arrabbiare ancora di più. Il suo sorriso riappare e con un rapido movimento mi raggiunge e mi solleva sulle sue spalle. "Allora si prenderanno cura di loro senza problemi". "Cosa? No! Fammi scendere!" Mi agito tra le sue braccia, ma questo non sembra infastidirlo minimamente. "Ti ho detto di farmi scendere! Adesso!" Sento la sua risatina vibrare sulla mia pelle mentre continuo a colpire la sua schiena dura come la pietra. "Ehi! Falla scendere". Riconosco la voce di mio fratello che deve essersi messo nella via del mio compagno. "Non puoi trattarla in questo modo. Non la potrai portare via contro la sua volontà". "Togliti di mezzo. Non me ne andrò senza la mia compagna!". Il divertimento risuona forte nella suo voce, mentre mi riposiziona sulla sua spalla come se non pesassi più una piuma. "Non voglio farti del male, Georgie. Sono sicuro che tua sorella sarà triste per questo!" Perché non riescono a ricordare i nomi più semplici?! Lo picchio sulla schiena, miagolando. "Sì. Ti odierò a vita se dovessi fare del male alla mia famiglia" "Allora non costringermi a farlo, tesoro". Ringhia. Non mi piace il modo in cui pronuncia il nomignolo in modo sarcastico, e procedo a sbattere le ginocchia contro il suo petto. Anche se non riesco a smuoverlo, almeno è infastidito da me, come posso chiaramente capire dal suo gemito. "Senti. Mettila giù! Peggiorerai solo la situazione. Parliamone. Lascia che prenda le sue cose e venga con te in modo pacifico". Il colosso si limita a sorridere, raddrizzando la spina dorsale. "Certo, perché non vede l'ora di andarsene da questo posto". "Ok, ho capito. Fynn, fammi parlare con lei. Lei conosce le regole. Non ti faremo andare via senza di lei. Dalle solo un po' di tempo per capire cosa sta succedendo". Sento i piedi di mio fratello muoversi sul selciato mentre continua a convincere il mio compagno, il cui nome ho appena scoperto essere Fynn. "È stata rifiutata dal suo compagno qualche anno fa. Dalle tempo, non dice sul serio". Il ringhio di Fynn si mescola al mio sussulto. "Come ti permetti! Non avevi alcun diritto di dirglielo!" grido, agitandomi ancora di più. Odio il fatto che faccia il politico e voglia consegnarmi al branco nemico, invece di voler convincere questo bruto a lasciarmi stare con la mia famiglia. "È la verità, allora?". Sento Fynn dire con calma, e suppongo che stia parlando con me. "Sì." sospiro, rilassandomi sulla sua spalla muscolosa. Lui canticchia in modo infantile, mentre il mio sangue mi pompa più forte nelle vene. "Stavi scappando da me per andare da lui?" "Certo che no!" mi schernisco, ma qualcosa mi dice che non è ancora felice dalla sua nuova scoperta. Non so perché, ma all'improvviso sento il bisogno di confortarlo. "Mi ha rifiutato anni fa e io ho accettato subito il suo rifiuto. Ha una compagna e dei figli, e tra noi non c'è assolutamente nulla". Mi schiarisco la gola, perché sento ancora la sua rabbia salire verso di me. "Fynn?" Chiedo a bassa voce, sentendolo teso sotto di me. "Mi faresti scendere adesso? Per favore". Per un attimo penso che mi stia ignorando o che stia ancora riflettendo sulla possibilità che ha con me. Ma proprio mentre sto per parlare di nuovo, si muove. Fynn mi butta giù dalle sue spalle e, prima che io possa lanciare l'urlo che mi si è bloccato nei polmoni, mi preparo per l'impatto. Ma non arriva mai. Aprendo lentamente gli occhi, il mio sguardo si incrocia con il suo. Sussulto di fronte ai suoi occhi di colore marrone scuro, sorpresa dall'effetto che hanno su di me, e vedo delle macchie rosse roteare nella sua iride, segnalandomi che anche il suo lupo sta cercando di comunicare con il mio. Beh, buona fortuna, amico. Fynn si avvicina di più, afferrandomi il viso per impedirmi di voltarlo. "Comportati bene. O faremo a modo mio". Annuisco con cautela e finalmente riesco a liberare lo stridio quando mi tira in piedi.
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