La dimensione di Azazel esisteva in un limbo tra sogno e incubo, dove la realtà si piegava secondo la volontà del demone. Enrico si risvegliò su una superficie fredda e liscia, circondato da pareti che sembravano fatte di ossidiana liquida. L'aria sapeva di zolfo e sangue, e ogni respiro bruciava i polmoni.
"Finalmente sveglio." La voce di Azazel risuonò da ogni direzione, melodiosa e terrificante. "Benvenuto nella mia galleria personale."
Enrico si alzò lentamente, guardandosi intorno. Le pareti erano ricoperte di quadri, centinaia di opere d'arte che mostravano scene di morte e distruzione. Ma non erano dipinti normali: le figure si muovevano, i colori pulsavano, e dalle tele emanava un senso di vita tormentata.
"Riconosci il tuo lavoro?" Azazel apparve davanti a lui, materializzandos
