bc

Il bosco dei sussurri

book_age16+
0
FOLLOW
1K
READ
reincarnation/transmigration
pack
another world
superpower
rebirth/reborn
like
intro-logo
Blurb

Quando Emilio, un giovane ranger, accetta un incarico in una stazione forestale isolata, non sa che sta per entrare in un mondo sospeso tra realtà e leggenda. Otto persone sono misteriosamente scomparse nel cuore della Val Selva. Lì, la natura non è solo viva: osserva, seduce e reclama. Ogni passo lo avvicina a un richiamo antico e irresistibile. Riuscirà Emilio a resistere… o diventerà parte del segreto stesso?

chap-preview
Free preview
Capitolo 1: L'Arrivo
La jeep di Emilio sollevò una nuvola di polvere dorata mentre percorreva l'ultimo tratto di strada sterrata che conduceva alla stazione forestale di Val Selva. Il sole iniziava la sua discesa dietro le cime degli abeti secolari, dipingendo il cielo con pennellate di arancio intenso che presto si sarebbero trasformate in un rosso sangue profondo e sensuale. Aveva guidato per tre ore da Milano, lasciandosi alle spalle il caos soffocante della città per immergersi in quella solitudine primordiale che tanto bramava, che chiamava il suo spirito selvaggio con una voce che non riusciva a ignorare. Il motore si spense con un ultimo singhiozzo metallico, ed Emilio rimase seduto nel silenzio improvviso, inspirando profondamente l'aria fresca che profumava di resina dolce e terra umida, di muschio e di segreti antichi. A trent'anni, con i capelli castani sempre ribelli che rifiutavano ogni tentativo di disciplina e gli occhi verdi che riflettevano la sua natura indomita, era il ranger più giovane mai assegnato a quella zona remota e misteriosa. La sua corporatura atletica, scolpita da anni di escursioni impegnative e arrampicate vertiginose, si muoveva con la grazia felina di chi aveva imparato a rispettare la natura senza temerla, di chi sentiva scorrere nelle vene il richiamo ancestrale della foresta. La stazione forestale emergeva dal paesaggio come se fosse cresciuta naturalmente dal terreno stesso: un edificio in legno di larice e pietra locale, piccolo ma incredibilmente accogliente, circondato da un recinto di legno che lo separava dall'immensità del bosco che si estendeva a perdita d'occhio. Gli alberi sembravano premere contro quella barriera simbolica, come se volessero reclamare quello spazio, riportarlo al loro dominio primitivo. Emilio scaricò le sue cose dalla jeep con movimenti misurati, ogni gesto fluido e controllato. Il peso della borsa da viaggio sulle spalle gli dava una sensazione di solidità, di presenza fisica in quel luogo che sembrava sospeso tra il mondo reale e qualcosa di più antico, di più profondo. Si diresse verso la porta d'ingresso, dove lo aspettava Marco, il ranger che stava per essere trasferito dopo anni di servizio in quella valle isolata. "Benvenuto all'inferno verde," disse Marco con un sorriso che non riuscì a raggiungere i suoi occhi stanchi, segnati da qualcosa che andava oltre la semplice fatica. Era un uomo sulla cinquantina robusto, con i capelli grigi come cenere e un'espressione che tradiva anni di preoccupazioni inconfessabili, di notti insonni e di paure mai dette ad alta voce. Le sue mani, callose e forti, tremavano leggermente mentre stringeva quelle di Emilio. "Spero tu sia pronto per quello che ti aspetta," aggiunse Marco, e nella sua voce c'era un'ombra di avvertimento, una nota di disperazione appena percettibile. Emilio strinse la mano dell'uomo, notando la presa ferma ma leggermente tremula, il sudore freddo sul palmo nonostante l'aria fresca della sera. "Sono qui per fare il mio lavoro. Dalle carte sembra tutto tranquillo, a parte qualche escursionista che si perde occasionalmente." Marco emise una risata amara, un suono che risuonò nell'aria come un presagio. "Escursionisti che si perdono..." ripeté, scuotendo la testa. "Se fosse solo quello, ragazzo. Se fosse solo quello." Entrarono nella stazione, ed Emilio fu colpito dall'atmosfera del luogo. Era un open space caldo e accogliente, con una scrivania di legno massiccio consumata dal tempo, una mappa gigantesca della zona appesa alla parete come un'opera d'arte dettagliata, e un camino che crepitava dolcemente, le fiamme che danzavano proiettando ombre danzanti sui muri di legno. L'odore di fumo di legna si mescolava a quello della carta vecchia e del cuoio, creando un'atmosfera che avrebbe dovuto essere rassicurante ma che invece nascondeva qualcosa di inquietante. "Siediti," disse Marco, indicando una sedia di legno davanti al camino. "Devo metterti al corrente di alcune cose che nei rapporti ufficiali non troverai mai. Cose che preferiscono non scrivere, per non creare panico." Emilio si accomodò sulla sedia, il cuore che iniziava a battere più veloce mentre osservava l'espressione grave di Marco. L'uomo si muoveva per la stanza come un animale in gabbia, versando due generosi bicchieri di whisky da una bottiglia che sembrava già ben iniziata. "Che tipo di cose?" chiese Emilio, accettando il bicchiere e sentendo il liquido ambrato bruciare dolcemente in gola. Marco si fermò davanti alla finestra che dava sul bosco, le sue spalle tese come quelle di un soldato in attesa della battaglia. "Negli ultimi sei mesi sono sparite otto persone in questo bosco," iniziò con voce pesante, ogni parola carica di un peso terribile. "Tutte giovani, tutte in ottima forma fisica. Escursionisti esperti, guide alpine, gente che conosceva la montagna come le proprie tasche. Non principianti che si perdono facilmente." Il whisky si trasformò in ghiaccio nello stomaco di Emilio. "Le squadre di ricerca?" "Abbiamo fatto di tutto," continuò Marco, bevendo un lungo sorso come se cercasse coraggio nel liquore. "Cani molecolari, elicotteri, squadre di volontari che hanno battuto ogni metro quadrato di questa valle. Niente. Nessuna traccia, nessun segno di lotta, nessun indizio. È come se fossero semplicemente svanite nel nulla, inghiottite dalla terra stessa." Marco si voltò verso Emilio, e nel suo sguardo c'era una paura profonda, viscerale. "Ma c'è dell'altro, qualcosa che mi ha fatto richiedere il trasferimento. I luoghi dove sono sparite... la vegetazione è diversa. Più rigogliosa, più... viva. Come se qualcosa le nutrisse, come se la terra avesse bevuto qualcosa di speciale." Emilio sentì un brivido percorrergli la schiena, una sensazione che non aveva nulla a che fare con il freddo della sera. "Hai una teoria?" Marco tornò al camino, fissando le fiamme come se potessero dargli le risposte che cercava. "Io ho paura, Emilio. Ho lavorato in questi boschi per vent'anni, conosco ogni sentiero, ogni pietra, ogni curva dei torrenti. Ma ultimamente... ultimamente sento cose che non dovrebbero esistere." "Che tipo di cose?" "Sussurri tra le fronde quando non c'è vento. Passi che mi seguono sui sentieri deserti. Ombre che si muovono troppo veloci per essere umane." Marco bevve ancora, la sua mano che tremava leggermente. "E poi ci sono le notti. Quelle sono le peggiori." "Le notti?" Marco si alzò bruscamente, andando alla finestra che dava sul bosco. L'oscurità stava calando rapidamente come un mantello nero, e tra gli alberi si intravedevano già quei bagliori verdi e misteriosi, come fuochi fatui che danzavano tra i tronchi. "Nelle notti di luna piena, il bosco si sveglia davvero. Si anima di una vita propria, terrificante e affascinante allo stesso tempo." Marco aprì leggermente la finestra, e immediatamente l'aria notturna portò con sé qualcosa di nuovo. "Senti?" Emilio tese l'orecchio, concentrandosi. In lontananza, portato dal vento come un segreto sussurrato, arrivava un suono che sembrava un canto. Era melodioso, ipnotico, qualcosa che faceva venire voglia di alzarsi dalla sedia e seguirlo senza pensare alle conseguenze, di abbandonarsi a quella chiamata primitiva. "Mio Dio," mormorò Emilio, sentendo qualcosa muoversi nel profondo del suo petto, un riconoscimento ancestrale che lo turbava e lo affascinava allo stesso tempo. "Ecco perché me ne vado," disse Marco, richiudendo rapidamente la finestra e tirando le tende pesanti. "Questa terra nasconde qualcosa di antico, qualcosa che ha fame di anime giovani e forti. E io sono troppo vecchio per combattere contro demoni che non riesco nemmeno a vedere." Il fuoco nel camino sembrò tremolare, come se anche le fiamme avessero sentito quelle parole. Emilio fissò il suo bicchiere di whisky, vedendo il proprio riflesso distorto nel liquido ambrato. Per la prima volta da quando aveva accettato quell'incarico, si chiese se avesse fatto la scelta giusta. Ma nel profondo del suo cuore, una voce selvaggia gli sussurrava che era esattamente dove doveva essere.

editor-pick
Dreame-Editor's pick

bc

L'Alfa rifiutato

read
16.1K
bc

Il Mio Compagno a Sorpresa

read
4.5K
bc

L'identità nascosta di Luna

read
3.3K
bc

La Luna Perfetta

read
4.6K
bc

L'Alfa senza cuore

read
22.9K
bc

La loro Compagna Maltrattata e Spezzata

read
13.2K
bc

Moglie Dimenticata

read
4.3K

Scan code to download app

download_iosApp Store
google icon
Google Play
Facebook