La jeep di Emilio sollevò una nuvola di polvere dorata mentre percorreva l'ultimo tratto di strada sterrata che conduceva alla stazione forestale di Val Selva. Il sole iniziava la sua discesa dietro le cime degli abeti secolari, dipingendo il cielo con pennellate di arancio intenso che presto si sarebbero trasformate in un rosso sangue profondo e sensuale. Aveva guidato per tre ore da Milano, lasciandosi alle spalle il caos soffocante della città per immergersi in quella solitudine primordiale che tanto bramava, che chiamava il suo spirito selvaggio con una voce che non riusciva a ignorare. Il motore si spense con un ultimo singhiozzo metallico, ed Emilio rimase seduto nel silenzio improvviso, inspirando profondamente l'aria fresca che profumava di resina dolce e terra umida, di muschio e

