Capitolo 10: Il Segno della Casa

672 Words
L’aria era ancora intrisa di elettricità, come se la casa avesse trattenuto dentro di sé il residuo della visione. Jasper si sollevò a fatica, le mani che tremavano mentre stringeva il bordo del letto. Accanto a lui, Antony era immobile, con lo sguardo fisso sulla pagina aperta del diario. Luke si passò una mano tra i capelli scompigliati, ancora pallido. "Era reale… lo avete sentito anche voi?" Jasper annuì lentamente. "Edward poteva vederci." Antony si leccò le labbra secche. "Ma Catherine no. Perché?" Un silenzio teso calò sulla stanza. La risposta era ovvia, ma nessuno voleva pronunciarla. Luke infine trovò il coraggio. "Forse… Edward era come noi." Jasper lo fissò. "Come noi?" Luke deglutì. "Forse anche lui era una persona normale, finché la casa non l'ha scelto." Un brivido corse lungo la schiena di Jasper. Se la casa sceglieva chi poteva vedere e chi no, significava che aveva dei preferiti. O delle vittime. Antony sfiorò il diario con le dita. "Solo chi ama davvero può spezzare la maledizione." Un brontolio improvviso fece tremare le pareti, come se la casa stesse reagendo alle sue parole. Antony sussultò e chiuse il diario di scatto. Luke si alzò di scatto. "Dobbiamo trovare gli altri. Subito." … Nel frattempo, dall’altra parte della casa, Ben si svegliò di colpo, il respiro irregolare. Era stato un sogno, ma non era solo un sogno. Si trovava in un lungo corridoio buio, con le pareti coperte di specchi antichi. Ad ogni passo, il suo riflesso si deformava, finché non riusciva più a riconoscersi. E poi una voce. "Non resistere. Accettalo." Ben si voltò di scatto, ma il corridoio era vuoto. Solo il suo riflesso, che ora lo fissava con occhi che non erano i suoi. Ma la voce continuava a sussurrargli nella testa. "Se non lo farai, la casa deciderà per te." Si alzò di scatto, il cuore che martellava nel petto. Trevor dormiva accanto a lui, il viso rilassato, ignaro del gelo che si era infilato nel petto di Ben. Ma lui lo sapeva. La casa stava giocando anche con lui. … Mark camminava nervosamente per il corridoio, le mani infilate nelle tasche dei jeans. Non riusciva a dormire, e l’unico pensiero che gli martellava nella testa era Luke. Da quando erano arrivati, qualcosa era cambiato tra loro. Luke sembrava più distante, come se l’aria stessa della casa lo stesse spingendo via. Mark si passò una mano sul viso. Era assurdo. Lui era sposato, dannazione. Non poteva… non doveva… Ma non era questo il punto. La casa stava facendo qualcosa a tutti loro. Si fermò di colpo quando si accorse di non essere più solo. Di fronte a lui, nel buio, c’era una donna. Indossava un vestito di pizzo nero, i capelli biondi raccolti in uno chignon perfetto. Mark si irrigidì. "Chi sei?" La donna sorrise appena. "Tu sei diverso dagli altri." Un brivido lo percorse. "Che cosa vuoi dire?" La donna inclinò leggermente la testa. "Non sei venuto qui per la musica. Sei venuto qui per lui." Il cuore di Mark perse un colpo. Luke. Prima che potesse dire qualcosa, la donna allungò una mano verso di lui. Mark sentì la stanza girargli intorno, il fiato mozzato. E poi, il buio. … Jasper, Antony e Luke trovarono Ben e Trevor in cucina. Ben era teso, gli occhi scuri e vigili. "Qualcosa non va. Ho fatto un sogno… e non era un sogno." Jasper lo fissò. "Anche noi abbiamo visto qualcosa." Luke annuì. "Catherine ed Edward. La casa li ha intrappolati come sta facendo con noi." Trevor strinse i pugni. "Dobbiamo andarcene." Jasper gli lanciò un’occhiata. "Se fosse così facile, pensi che non lo avremmo già fatto?" Ben si passò una mano sul viso. "C’è qualcosa che non torna… dov’è Mark?" Tutti si guardarono intorno. Il manager non c’era. Luke sentì un nodo stringergli lo stomaco. "Dobbiamo trovarlo. Ora." Ma mentre si voltavano per uscire dalla cucina, la porta si chiuse di scatto da sola, bloccandoli dentro. E dalle pareti, iniziarono a sentirsi sussurri. "Non potete scappare. Non ancora."
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