Sento le macchine correre lontano,
vite che sfuggono mentre io resto fermo.
Sento la tua voce nella mia mente,
un eco che accende questo cuore spento.
Vorrei fossi qui,
che mi guardassi come allora,
che il mondo fosse solo noi due
e nient’altro.
Ma so una cosa sola,
semplice e infinita:
ti amo.
Anche se tu non mi senti più.
Oneshot BL: "Rumore Bianco"
La città non dormiva mai.
Davide fissava il soffitto, il rumore del traffico notturno che filtrava dalla finestra socchiusa. Le luci delle automobili proiettavano ombre intermittenti sulle pareti, simili ai suoi pensieri: veloci, sfuggenti, impossibili da afferrare.
E poi, come sempre, arrivava lui.
"Mi manchi."
La voce di Leo risuonava nella sua testa, chiara come se fosse lì, accanto a lui. Davide chiuse gli occhi, rivivendo per la millesima volta quel pomeriggio di due mesi prima, quando Leo gli aveva spezzato il cuore con un semplice "Devo andare".
Il telefono vibrò sul comodino. Un messaggio:
«Sei sveglio?»
Davide trattenne il respiro. Era Leo. Dopo settimane di silenzio. Le dita gli tremavano mentre rispondeva:
«Sì.»
Tre puntini che danzarono. Poi:
«Sono sotto casa tua.»
Davide si precipitò alla finestra. E lì, nella luce giallastra dei lampioni, c'era Leo. I capelli scuri arruffati dal vento, le mani infilate nelle tasche della giacca, lo stesso giubbotto che Davide gli aveva regalato per il compleanno.
Scendere le scale fu un attimo. Aprì la porta e si ritrovarono faccia a faccia, il freddo della notte che si insinuava tra loro.
"Perché sei qui?" la voce di Davide era più roca del previsto.
Leo lo guardò e, per la prima volta, Davide notò un'ombra di incertezza in quegli occhi che conosceva a memoria. «Perché sento ancora la tua voce nella mia testa», sussurrò. "Non riesco a dormire senza pensare a come respiravi quando dormivi accanto a me."
Davide sentì il cuore accelerare. "E allora?"
"Allora..." Leo fece un passo avanti, la mano che si alzò per sfiorargli la guancia. "Allora ho capito che non posso vivere col rumore delle macchine che passano. Ho bisogno del tuo rumore. Del tuo respiro. Di te."
Davide non seppe chi dei due si mosse per primo. Ma all'improvviso le loro labbra si incontrarono, un bacio che sapeva di nostalgia e promesse. Leo lo strinse a sé, le dita che si intrecciarono nei suoi capelli come per convincersi che fosse reale.
"Ti amo," mormorò Leo tra un bacio e l'altro. "È l'unica cosa di cui sono sicuro."
Davide lo baciò più forte, spingendolo contro il muro. Non importava il traffico, il freddo, i mesi passati a soffrire. In quel momento, l'unico rumore che contava era il battito dei loro cuori, finalmente di nuovo in sintonia.
Fine.