Sento la tua voce
scivolare tra i miei pensieri,
un fiume caldo in questa notte fredda.
Sento il peso del tuo sguardo
anche quando volgi le spalle,
perché i tuoi occhi mi hanno segnato
più delle tue parole.
Sento questa fame di te,
un vuoto che solo le tue mani
potrebbero riempire.
Ti amo.
E forse è questo il dolore più grande -
amarti nonostante il tuo silenzio,
amarti anche se per te
non sono che un’ombra.
…
Oneshot BL: "Finché Mi Ascolterai"
La stanza era immersa nel buio, solo il riverbero della luna che filtrava dalle tende. Andrea fissava il soffitto, il respiro irregolare, il telefono stretto tra le dita.
Doveva essere l’una di notte.
Eppure, come ogni sera da quando Luca se n’era andato, compose il numero.
"Pronto?"
La voce di Luca era roca, velata di sonno. Andrea chiuse gli occhi, lasciando che quel suono lo attraversasse.
"Scusa," sussurrò. "So che non dovrei chiamare."
Un sospiro dall’altra parte. "Lo fai comunque."
Silenzio. Andrea poteva quasi vederlo: Luca a letto, i capelli scuri sparsi sul cuscino, la bocca serrata in quella smorfia che faceva quando era stanco.
Sento la tua voce che mi parla.
"Ho sognato di te," disse Andrea, le dita che stringevano il telefono. "Eravamo al mare. Mi baciavi e l’acqua ci copriva."
"Andrea..."
"No, aspetta. So che non vuoi sentirmi, ma…" Un nodo in gola. "Sento ancora i tuoi occhi su di me. Anche quando non ci sei."
Dall’altra parte, Luca trattenne il respiro. Andrea immaginò le sue dita stringersi sulle lenzuola, quel gesto che faceva quando cercava di controllarsi.
"Perché mi chiami?" Luca finalmente chiese, la voce spezzata. "Sai che non possiamo…"
"Perché ti amo!" esplose Andrea. "E non importa se a te non frega niente, se sono solo un ricordo scomodo. Io… io sento tutto, ancora. Ogni giorno."
Il silenzio che seguì fu straziante. Poi, un rumore di movimento.
"Apri la porta."
Andrea si bloccò. "Cosa?"
"APRI LA PORTA, ANDREA."
Il telefono cadde a terra mentre Andrea si lanciava verso l’ingresso. Con mani tremanti, girò la maniglia.
E lì, nell’ombra del corridoio, c’era Luca.
A piedi nudi.
Con gli occhi pieni di lacrime.
"Idiota," sibilò Luca, afferrandogli il viso. "Come fai a pensare che non mi importi?"
Il bacio che seguì fu una tempesta. Luca lo spinse contro il muro, i denti che gli graffiavano il labbro, le mani che lo stringevano come se temesse che potesse svanire. Andrea gemette, affondando le dita nei suoi capelli, bevendosi quel momento come un uomo assetato.
"Ti sento," mormorò Luca tra un bacio e l’altro. "Ti sento da chilometri di distanza. È per questo che non riesco a dormire. È per questo che... che sono qui."
Andrea lo guardò, il cuore che gli batteva così forte da fargli male. "E adesso?"
Luca appoggiò la fronte contro la sua. "Adesso smettila di chiamarmi. Perché sarò qui, ogni notte, a ricordarti quanto sei mio."
E mentre lo baciava di nuovo, Andrea capì una cosa:
Alcune voci non si dimenticano.
Alcuni amori non finiscono.
Si limitano a cambiare forma.
Fine.