Il segreto della quercia

438 Words
Scrivo versi su fogli di luce, Dove il cuore scioglie la sua voce. Rinchiuso ho in inchiostro il tempo andato, Mentre cerco il domani disegnato. Ogni strofa sia mia, intima e vera, Rileggo e piango – pagina nera. La nascondo in un cassetto di quercia, Finché un sorriso, all’alba, non s’affaccia. … La penna danzava sul foglio come un respiro spezzato. Luca premeva la carta con le nocche bianche, quasi a trattenere i versi che bruciavano nella sua gola. "Qui giace il mio ieri", aveva scritto. L’inchiostro blu si allargò come un livido, mare in tempesta dentro le sue vene. Il passato era un macigno di silenzi; ogni parola una scheggia strappata dallo sterno. Quando tentò di scrivere del futuro, il polso gli tremò. "Domani" era una prigione vuota, un’eco di passi solitari. Chiuse gli occhi, immaginando radici che fendevano il cemento, gemme viola su rami spezzati. Trasformò la paura in versi irregolari, semi lanciati contro il vento. La rilettura fu una lama. Ogni riga gli strappò un suono roco, lacrime che inumidirono gli angoli del foglio, disegnando fiumi nel bianco. Ricordi gli sfiorarono la nuca: palmi contro la schiena, promesse sepolte sotto la cenere. Ripiegò il foglio con devozione, sigillando il dolore in una mappa segreta. Il cassetto della scrivania accolse quel patto con un gemito di legno vecchio. Profumo di quercia e polvere. "Riposa qui", sussurrò, "finché sarò degno di svelarti". ✧ Due anni dopo, Marco varcò la soglia della libreria antiquaria. Vide Luca chinato su una pila di volumi, la camicia di lino arrotolata sugli avambracci dove serpeggiavano tatuaggi sottili. Un tendine gli tese il collo mentre sollevava un pesante incunabolo. «Cerco una poesia» disse Marco, voce sepolta nella raucedine. «Quella del cassetto e del sorriso promesso.» Luca si raddrizzò di scatto. Nel petto il cuore martellò come a sbattere contro le costole. Negli occhi di quell’uomo riconobbe la stessa ombra che aveva rinchiuso anni prima. «Perché quella?» la domanda gli uscì spezzata. Marco estrasse un foglio consunto dalla tasca dei jeans. Lo aveva trovato in una prima edizione di Leopardi, piegato come una lettera d’amore dimenticata. "Scrivo versi su fogli di luce..." Glielo tese. Luca riconobbe la propria scrittura selvaggia, le macchie d’umidità ormai fantasmi sulla carta. «Perché» mormorò Marco, un sorriso che gli accese gli angoli degli occhi scuri, «sembra scritta per noi. Quel futuro che aspettavi... è in questo istante.» Le loro dita si sfiorarono sulla carta stropicciata. Un brivido percorse la schiena di Luca. Nel cassetto vuoto, fiorì finalmente quel sorriso traditore. E quando Marco gli prese il polso, il tocco fu una firma sul patto. ✧ Fine
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