Risveglio

416 Words
Mi sveglio all'alba, il sole già batte contro i vetri della mia stanza, riflessi accecanti di un giorno che inizia. Poi una voce. un suono lontano che mi strappa al torpore. Forse è questo il momento di credere in qualcosa di più grande di me. Mi sollevo, osservo: la gente cammina, si muove, si dissolve nel sudore di questa giornata afosa, mentre io resto qui, a cercare un significato nell'aria immobile. Oneshot BL: "Sudore e Segreti" La stanza era un forno. Matteo si svegliò con la fronte imperlata di sudore, i capelli appiccicati alla nuca. Il sole picchiava implacabile contro la finestra, proiettando lame di luce sul letto disfatto. Si coprì il viso con un braccio, cercando di recuperare quel sogno che già gli sfuggiva dalle dita. Poi, la voce. "Matteo." Un sussurro, o forse un’allucinazione causata dal caldo. Si girò, e il cuore gli fece un balzo nel petto. Luca era seduto sul bordo del letto, la schiena nuda lucida di sudore, i capelli biondo scuro spettinati. "Dormivi come un morto", disse, voltandosi a guardarlo. I suoi occhi verdi erano più luminosi del sole che entrava dalla finestra. Matteo deglutì. "Che ci fai qui?" "Dovevo vederti." Era passato un anno. Un anno da quell’estate in cui Luca gli aveva spezzato il cuore senza nemmeno voltarsi. Un anno in cui Matteo aveva cercato di dimenticare il sapore delle sue labbra, il modo in cui le sue dita gli bruciavano sulla pelle. "Sei partito senza dire niente," accusò Matteo, sedendosi. Luca abbassò lo sguardo. "Lo so." Silenzio. L’aria era pesante, densa di tutto ciò che non era stato detto. Poi, improvvisamente, Luca lo baciò. Fu un bacio disperato che esprimeva scuse, nostalgia e bisogno. Matteo provò a resistere, ma il suo corpo tradì il cuore: le mani si aggrapparono ai fianchi di Luca per tirarlo più vicino. "Credi ancora in me?" chiese Luca, rompendo il bacio per un attimo. Matteo lo guardò. Fuori, la città si svegliava, la gente camminava sotto il sole cocente, ignara di quel momento che stava cambiando tutto. "Non ho mai smesso," sussurrò. Luca sorrise, quel sorriso che gli illuminava il viso come un faro nella notte. Poi lo spinse di nuovo sul letto, i corpi che si fusero nel caldo, nel sudore, in tutto ciò che era rimasto incompiuto. E mentre il sole continuava a picchiare contro la finestra, Matteo capì una cosa: A volte, le giornate più afose sono quelle che ti bruciano dentro, lasciandoti più vivo di prima. Fine.
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