Il giorno seguente, Thomas si svegliò con un senso di inquietudine che non riusciva a scrollarsi di dosso. Dopo la partita di biliardo con Sirius, qualcosa era cambiato nell'aria. La tensione tra di loro sembrava palpabile, come una fitta cortina che rendeva difficile respirare. Ma al tempo stesso, c'era una sensazione che lo attraeva, che lo spingeva a voler capire meglio cosa stesse succedendo.
Scese le scale e si diresse verso la cucina, dove Teo e Jake stavano facendo colazione. Teo, con il solito entusiasmo, stava raccontando una delle sue storie esagerate, mentre Jake ascoltava sorridendo. Thomas si sedette con loro, cercando di concentrarsi sulla conversazione, ma la sua mente tornava continuamente a Sirius.
"Thomas, hai intenzione di passare la giornata a fare niente?" chiese Teo, notando il suo sguardo distante. "Vieni con me e Jake, andiamo a fare un giro in centro, così ti fai un'idea del posto."
Thomas annuì senza molta convinzione. La verità era che l'idea di stare lontano da Sirius, almeno per un po', lo metteva a disagio, ma allo stesso tempo sapeva che restare nella villa lo avrebbe fatto sentire come un prigioniero dei suoi stessi pensieri.
Dopo colazione, i tre ragazzi uscirono insieme. Il paese era piccolo ma pittoresco, con stradine acciottolate e negozi di artigianato locali che sembravano uscite da un'altra epoca. Passeggiarono senza una meta precisa, e Thomas si sforzava di sorridere, godendosi la compagnia dei suoi nuovi fratelli.
Ogni tanto, però, i suoi occhi si alzavano per cercare qualcosa, qualcuno. E ogni volta, si trovava a pensare a Sirius, a come si era comportato ieri, a come il suo sguardo lo avesse fatto sentire così strano.
Arrivati in una piazza centrale, si fermarono davanti a una caffetteria. Teo e Jake si scambiarono uno sguardo divertito. "A quanto pare, siamo noi a dover decidere, Thomas. Hai bisogno di una pausa?" chiese Jake.
"Per me va bene," rispose Thomas, cercando di mascherare il suo nervosismo. Si sedettero ai tavolini all’aperto e ordinarono dei caffè.
"Che ne pensi di Sirius?" chiese Teo, prendendo una tazza e guardando Thomas con un sorriso malizioso.
Thomas arrossì, sorpreso dalla domanda diretta. "Cosa intendi?"
"Lo so che ci stai pensando, e lo so che non sei l'unico," continuò Teo con un'aria di complicità. "Sirius ha sempre avuto un effetto su chiunque. Ma lui non è un tipo che si fa coinvolgere facilmente; quindi, non voglio che tu ti faccia illusioni."
Jake intervenne prontamente, con un sorriso che sembrava più una smorfia. "Teo, non spaventare Thomas. Sirius ha i suoi modi, ma non è uno che gioca con i sentimenti degli altri."
Thomas si sentì un po' sollevato, ma la sua mente non riusciva a smettere di pensare a Sirius. Lo sapeva, sapeva che c'era qualcosa tra loro, ma allo stesso tempo sentiva che Sirius stava mantenendo una distanza che lo confondeva ancora di più.
Mentre si scambiavano parole casuali, un'ombra si stagliò davanti al loro tavolo. Alzando gli occhi, Thomas vide Sirius che si avvicinava, con la sua solita eleganza. La sua presenza aveva il potere di congelare l'aria attorno a lui, ma questa volta c'era qualcosa di diverso nel modo in cui si avvicinava.
"Vi disturbiamo?" chiese Sirius con il suo tono basso e morbido.
Teo e Jake si scambiarono uno sguardo, ma lasciarono che Sirius si sedesse accanto a Thomas. L'atmosfera tra loro cambiò immediatamente. La tensione che avevano provato nel giorno precedente sembrava essere tornata, più palpabile che mai.
"Sirius," disse Thomas, cercando di mantenere la calma. "Che ci fai qui?"
"Volevo solo prendere un caffè," rispose Sirius con un sorriso enigmatico, senza staccare gli occhi da Thomas. "E poi ho pensato che sarebbe stato bello unirmi a voi."
Teo, sempre il più socievole, scivolò rapidamente in una conversazione leggera, cercando di smorzare il silenzio che si era creato tra Thomas e Sirius. Ma Thomas non riusciva a concentrarsi su nulla se non su quello sguardo intenso che lo stava scrutando, come se Sirius stesse cercando di leggere ogni pensiero che passava nella sua testa.
Jake sembrava accorgersi di questa tensione, ma per qualche motivo decise di non intervenire. Si limitò a sorseggiare il suo caffè in silenzio, osservando i suoi due fratelli con attenzione.
Il resto della mattinata passò tra chiacchiere casuali e battute, ma Thomas non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere osservato. Quando finalmente tornarono a casa, l'aria tra lui e Sirius era ancora elettrica. Non si erano detti nulla di esplicito, ma entrambi sapevano che qualcosa stava cambiando. Qualcosa che, inevitabilmente, li avrebbe spinti verso un territorio pericoloso, dove l'attrazione avrebbe potuto consumarli entrambi.