Mi sedetti sul divano passandomi le mani su retro della gonna così che mi venisse più comodo sedermi. Osservai bene i due signori anziani che mi si presentarono davanti.
-tesoro, vuoi qualcosa da mangiare?- chiese nonna alzandosi dalla sua sedia di legno, che appena non sostenne più il peso del corpo dell'anziana cigolò un po'. Pensai che forse era il momento che i nonni si comprassero delle cose nuove, dopotutto chissà da quanti anni avevano quelle sedie.
Ricordo che le avevano sempre avute, ogni tanto quando venivo a trovare i miei nonni, mi facevano sedere proprio su quelle sedie la, e senza dubbio le avevano anche da prima che io nascessi...
Sorvolai sull'argomento che teneva conto del cambio degli arredi della casa dei nonni. In fin dei conti non ci abitavo io in quella casa, e inoltre non era nemmeno casa mia, dove potevo dire di face ciò che volevo.
Che poi gli arredi non erano messi male, erano belli, ma purtroppo erano vecchi. C'era da mettere in conto che loro erano più anziani, e avevano iniziato a vivere in quella casa solo dopo che mio padre fu proclamato Alpha, e da quei tempi, ad oggi, erano passati anni. Era anche normale che volessero vivere in case antiche e vecchie, poiché erano abituati da una vita.
-no grazie nonna, piuttosto, voi come state?- accavallai le gambe e dondolai il piede. Nonostante la loro vecchiaia erano comunque due signori bellissimi.
-non c'è male figliola- il nonno si sistemò sulla sedia -sai, un po' di dolori, ma alla fin fine è normale- concluse poggiando la sua mano su quella di nonna.
Li guardai meravigliata, erano una coppia modello, loro si amavano moltissimo, e nonostante il tempo passato assieme, perché si conoscevano da moltissimi anni, si amavano ogni giorno di più. Anche io avrei voluto una storia come la loro, piena di amore e passione.
Ma invece di trovarmi con il mio compagno, ora come ora, stavo dai nonni. Ma cosa avrei potuto fare d'altronde? Con lui non ero riuscita ad avere anche solo una conversazione decente. Anzi, passavamo tutto il tempo ad ignorarci completamente. E ciò mi procurava un dolore al petto che continuava a persistere.
-invece, raccontaci come è andata ieri la serata- cominciò a parlare elettrizzata come una ragazzina, la nonna, curiosa della serata di ieri.
-oh, nonna- ridacchiai -è andata benissimo, inoltre l'abito che mi hai fatto confezionare era magnifico- sorrisi al ricordo del meraviglioso abito luccicante che aveva fatto fare su misura per me.
-e dimmi, ti hanno invitato a ballare?- chiese, ma nemmeno il tempo di finire la frase, che un ringhio ci fece girare dalla parte del nonno. Lo guardammo accigliate per qualche secondo.
-sono geloso- ammise dopo che prese per il fianco la compagna attirandola a sé in un movimento delicato e dolce -non mi va che chiedi di altri uomini- constatò in un altro ringhio. Non era arrabbiato, ma solo infastidito. -inoltre non mi va che parli con Narah di altri uomini, sono terribilmente geloso anche di lei-
Quasi sgranai gli occhi per la sorpresa. Non me lo sarei mai aspettato.
-lo so caro, ma Narah ormai è in età da compagno, anche lei prima o poi troverà il suo uomo- disse al compagno. Sapevo benissimo che diceva la verità.
E ciò mi faceva terribilmente male. Prima o poi me ne sarei andata via da qua, lontano da tutti. E loro nemmeno lo sapevano, ma dovevo dirglielo, avevano il diritto di sapere.
-a proposito di questo- abbassai un attimo lo sguardo per poi continuare a guardarli alternando lo sguardo fra i due consorti -ieri nessuno mi ha invitata a ballare- continuai prendendo un bel respiro -ma ho già trovato il mio compagno- ammisi.
Appena finì la frase sembrò che il tempo si fosse fermato, fra di noi calò un silenzio da far invidia alle tombe, si sentivano solo i nostri respiri e i nostri battiti di ciglia. Loro mi guardavano fermi, molto probabilmente non se lo aspettavano.
Non capendo le loro reazioni, cominciai a sudare freddo e le mani mi si ghiacciarono, nonostante il cuore mi prese a battere forte, e mi sentivo accaldata, in preda al panico più totale. Non sapevo cosa fare, cosa dire. Sinceramente capivo il fatto di averli stupiti con quella notizia, ma non pensavo che sarei mai riuscita a creare in loro una situazione dove non sapevano nemmeno cosa dire.
Poi d'un tratto, così come il tempo all'improvviso si era fermato, riprese a continuare -allora, parlami di lui- disse nonna curiosa scatenando un altro ringhio da parte del nonno. -oh, ma andiamo! Non è mica il mio compagno, quella che dovrebbe ingelosirsi qua, è tua nipote- disse indicandomi ridendo, dopo che riprese mio nonno.
-tranquilla nonna- sorrisi strofinandomi le mani che sentivo ancora ghiacciate, come se non arrivasse più la circolazione alle dita. -si chiama Orvar- ammisi e poi guardai il nonno -è un'Alpha- ormai dire sempre le stesse cose, mi sembrava di ripetere sempre le stesse battute, come in un film, che se sbagli la scena la si deve ripetere più volte.
Nonno ammiccò verso di me - di che Branco?- domandò ed esitai un attimo prima di rispondergli.
-Luna Nera- bastava dire solo quello, che in un attimo aveva capito tutto. Mi sarebbe tanto piaciuto sapere a che cosa stesse pensando nonno.
-portamelo qui uno di questi giorni, ci voglio parlare- questa volta fu il mio turno di rimanere attonita. Cosa avrebbe voluto dire a lui? Spero non qualche tipo di minaccia. O forse voleva chiederli solo di qualche suo parente che magari conosceva nonno.
Non sapevo cosa comunque voleva dire all'uomo, ma questo mi creava ansia e moltissima paura. Sospirai e guardai i due davanti a me.
-è come mai non ti ha invitato a ballare?- chiese nonna guardando male il nonno, che stavolta non ringhiò, forse proprio per lo sguardo con cui lo stava osservano la sua consorte. Alla scena mi spuntò il sorriso.
Nonostante nonna fosse di altri tempi, era comunque giovanile, nei suoi modi di fare e di parlare, il suo portamento portava ad una grazia che per sempre l'aveva accompagnata fino ad adesso. Si poteva dire che nonna fosse invecchiata da fuori, e lo si notava per la pelle rugosa ma comunque molto morbida, per via di alcuni nei che prima non c'erano, ma che spuntavano solo con la vecchiaia e per via dei suoi movimenti lenti ma calcolati. Invece dentro era rimasta la stessa di tanti anni fa, certo io non la conoscevo quando era giovane, ma avrei scommesso che fosse stata sempre così, spensierata, simpatica, a volte ribelle con mio nonno, ma piena d'amore da dare.
-ero impegnata, Ruven mi aveva dato il compito di intrattenere gli ospiti- cambiai posizione sul divano, accavallando l'altra gamba, così da far scorrere la circolazione bene nella gamba che prima reggeva l'altra.
-beh, ti ho fatto confezionare un'altro abito, e sta sera qualcosa mi dice, che sarà più utile di ieri e che ti porterà fortuna- fece l'occhiolino al nonno e poi mi guardò.
-grazie nonna, ma poi non saprò più cosa farmene di questi vestiti- esclamai stringendomi nelle spalle e ridacchiando.
-figurati nipotina mia, lo sai che per noi tu sei tutto, per noi tu devi essere la migliore e la più bella di tutte, e in ogni caso poi ritortameli che te lo faccio modificare- continuò per poi stringermi nelle spalle -non vedo l'ora di vedere il tuo compagno, sono proprio curiosa di vedere com'è- un altro ringhio riempì la stanza facendo sbuffare la nonna.
Era carino vedere quanto lui ci tenesse a lei e ne fosse geloso. Speravo anche io di poter avere un rapporto come quello. Al di là del fatto che la nostra natura ci imponesse fedeltà assoluta al nostro compagno, noi eravamo molto gelosi.
Certo, alcune volte era estremamente esagerata la gelosia, ma era una cosa che era nella nostra natura. Il nostro compagno era TUTTO per noi. Grazie all'unione di due lupi, nasceva la vita, nasceva un cucciolo, colui che avrebbe portato avanti la nostra specie.
-se devo essere sincera è proprio un bell'uomo, alto più di me, questo poco ma sicuro- ridacchiai -ha dai bellissimi capelli castani scuri, e degli occhi...- la frase rimase sospesa.
Sinceramente quelle poche volte che lo incontrai, non persi tanto tempo a controllare di che colore avesse gli occhi Orvar, ma ricordavo che fossero chiari.
-ha gli occhi chiari- constatai infine comunque pensierosa, sforzandomi di ricordare, cosa che alla fine si rivelò inutile perché proprio non ricordavo.
-allora presentacelo presto, spero che il vestito ti piaccia- continuò nonna guardandomi sorridente.
-si, vedremo, magari prima che me na vada via- dissi incupendomi e abbassando lo sguardo. In realtà non era detto che io me ne sarei andata. Per quanto ne potevo sapere Orvar avrebbe potuto rifiutarmi.
-ehi, non pensarci adesso- si avvicinò la nonna posandomi la sua mano rugosa sulla mia guancia giovane -intanto pensa a divertirti e conoscerlo- mi accarezzò con il pollice.
-ma dopo? Che succederà? Io dovrò lasciare tutto per seguire lui- mi incupì ancora di più. Le lacrime quasi mi scesero lungo le guance, ma cercai di trattenerle.
-lo so che può essere dura nipotina mia- scoppiai in lacrime, dopo tutto quello che era successo, parlare di quest'argomento mi fece sfogare. L'anziana si sedette di fianco a me e mi strinse fra le sue braccia esili -anche io ho sofferto molto, ma almeno sapevo di essere insieme al mio compagno, ad una persona che mi avrebbe amata e protetta a costo della sua vita- mi diede un bacio fra i capelli.
Mi asciugai le lacrime e mi lasciai coccolare dalla nonna, non sapevo quante volte ancora avrei potuto farlo, quindi mi godetti quel momento chiudendo gli occhi e rilassando i muscoli che erano tesi fin da stamattina.
-ho visto Mikko- constatai dopo un bel po di tempo passato nel silenzio più totale.
-davvero? E come sta?- si scostò di poco per riuscire a vedermi negli occhi. Sapevo che volesse bene a Mikko, dopotutto era nipote di suo fratello.
-sta bene, ha detto che stanno tutti altrettanto bene- sorrisi se lo vedo stasera, dico di venirti a trovare- continuai.
-e le Olimpiadi come stanno andando?- chiese nonno accarezzandosi il mento con una leggera barba bianca, che rendeva la sua pelle ruvida.
-per adesso vanno bene, oggi, è abbastanza intuibile, non sono andata a vederle-
-e tuo fratello come se la cava?- ammiccò ancora verso di me con il mento.
-bene, è arrivato spesso al terzo e secondo posto- risposi stringendomi nelle spalle.
-e il primo posto?- incalzò l'anziano.
Negai con la testa -la maggior parte delle volte arrivava primo Orvar- abbassai ancora lo sguardo a disagio.
Non sapevo perché, ma parlare di lui mi metteva estremamente in difficoltà. Forse per l'imbarazzo o perché trovavo tutto nuovo e il fatto di parlarne con qualcuno non mi era ancora normale. Mi chiesi se fosse così, che una persona si sentisse ogni volta che parlava del proprio compagno.
Guardai fuori dalla finestra e constati che fosse ormai ora di pranzo e le Olimpiadi anche per oggi erano finite. Sospirai -adesso devo andare- constatai alzandomi non prima di aver dato un bacio sulla guancia alla nonna -devo anche vedere Jin- sorrisi per poi dare un bacino anche al nonno.
-l'ho visto l'altro giorno- constatò la nonna. Aveva però assunto un'aria triste, e la notai nonostante lei cercasse di mascherarla con un sorriso.
Sapevo che ci teneva molto ai nostri lupi. Purtroppo sapevo anche che per via della loro breve vita, rispetto alla nostra, lei aveva visto i suoi lupi, piano piano andarsene via. E da quel che mi raccontò papà, la volta che soffrì di più, era proprio quando Lile morì.
Avevo capito che lei ci fosse particolarmente affezionata, e solo a pensare a tutto ciò, solo adesso capì quella tristezza che passò davanti agli occhi di nonna. Aveva sofferto molto per tutti i suoi lupi e per i loro cuccioli, che generazione dopo generazione erano nati, cresciuti e morti, fino ad adesso, fino a Jin.
Chissà io come avrei reagito alla sua futura morte... mi riscossi subito da quei pensieri brutti che non so nemmeno io come, mi invasero la mente offuscandola continuamente con riflessioni non tanto allegre.
-allora vado, ci vedremo presto, spero- l'ultima parola la dissi bisbigliando, non sapevo se mi avessero sentita ma cercai comunque di far finta di nulla e mi avvicinai alla porta -ciao- salutai un'ultima volta, per poi raggiungere il laghetto nel bosco dove ci incontravamo spesso io e Jin.
Dopo essere arrivata mi guardai un po' attorno. Era bellissimo vedere la natura intorno a me. Sarà perché noi eravamo lupi, ma noi amavamo tanto la natura, così perfetta da farti mozzare il fiato.
Presi delle grandi boccate d'aria. Era purissima che quasi mi diventò un'ossessione continuare a respirare profondamente riempendo i polmoni di quell'aria pulita.
Restai qualche altro istate a contemplare la natura che mi circondava. Ormai eravamo rimaste solo io e lei, in tutto il suo splendore. Con alberi alti e chiome verdi splendenti. Il prato morbido che se ci camminavi sopra a piedi scalzi ti solleticava le caviglie. Gli uccellini cinguettare e che svolazzano qua e là, giuro di poter sentire anche quegli uccellini che si stavano costruendo il nido, incastrando i piccoli rametti per creare una casa confortevole.
I fiori colorati che sbucano dal terreno rivolgendo i loro petali verso la luce del sole che riscalda tutto. I rami che vengono spezzati per colpa di qualche animale che ci cammina sopra... aspetta, cosa? Aprì gli occhi di scatto guardandomi attorno, cercai di aguzzare anche l'udito per percepire ogni tipo di movimento o suono, cercando di capire da chi provenisse quel rumore.
Mi girai a sinistra e poi a destra, e fu lì che quasi mi venne un infarto. Mi ritrovai Jin che mi stava guardando curioso. Mi diedi della stupida, come potevo non capirlo prima che potesse essere lui, dopotutto lo stavo aspettando.
-ciao Jin- mi abbassai e gli accarezzai il muso -come va?- alla domanda il giovane lupo mi leccò il viso facendomi ridacchiare. -ti va se andiamo a farci una bella corsetta?-
Il lupo ululò in approvazione, così mi nascosi dietro un' albero, mi spogliai e mi trasformai. Mi avvicinai al lupo e con il muso gli indicai il laghetto e corsi verso di esso poter poi buttarmici dentro.
Mi vennero mille brividi lungo il corpo per via dell'acqua fresca. Cercai di tenere le zampe più in su possibile, in modo da non toccare le viscide alghe che si trovavano sul fondo.
Subito mi raggiunse anche Jin, che appena si tuffò mi schizzò l'acqua addosso, cosa che mi fece chiudere gli occhi e girare il muso dall'altra parte. Così cominciammo a giocare insieme nell'acqua.
Il tempo era bellissimo in quella giornata, era più o meno mezzogiorno, e il sole splendeva in alto facendo riscaldare tutto ciò che illuminava con i suoi raggi. Ero sicura che se fossi uscita dall'acqua non ci avrei messo molto ad asciugarmi il pelo biondo.
Il mio manto era su un colore che andava fra il biondo ed il marrone chiaro, proprio come i miei capelli. L'unica fortuna era, che la mia pelliccia non era riccia, sennò sarei sembrata una pecora, e non un lupo. Sapevo inoltre che il mio manto era invidiato da tanti, poiché era raro per un lupo avere una pelliccia bionda.
Mio fratello Eirik, nonostante fosse biondo, non aveva per nulla il manto dello stesso colore dei capelli, ma lo aveva di un marrone cioccolato. Lui sminuiva sempre il colore della sua pelliccia, ma secondo me invece, era bellissimo e ogni volta che lo vedevo non perdevo tempo nel dirglielo.
Poi c'era Ruven, beh, che dire, lui aveva il lupo dello stesso colore dei suoi capelli: neri. Red, il suo lupo, come tutti gli Alpha, era enorme, maestoso e stupendo. Gli occhi color rosso rubino gli splendevano nel buio della notte e quasi faceva paura a vederlo. Questo era quello che pensavo prima di aver visto Orvar.
Lui si che faceva davvero paura, in confronto mio fratello era nulla. Nonostante i loro lupi fossero bene o male della stessa statura, il mio compagno faceva decisamente venire i brividi. I suoi occhi, ti penetravano davvero tanto, che quasi sentivi che ti succhiasse via l'anima, lasciandoti completamente spoglia di qualsiasi sentimento e senza libera scelta di intendere e volere.
Sicuramente se me lo fossi trovata a notte fonda, proprio davanti a me, penso che sarei stata ferma, pietrificata dal suo sguardo, come Medusa, che se le guardavi gli occhi, diventavi di pietra. Inoltre era come se con i suoi rubini, ti imponeva e ordinava con il suo tono da Alpha, cosa dovevi fare. Si poteva dire quindi, che era come se i suoi occhi parlassero.
Uscimmo dall'acqua quando incominciammo a sentire freddo, e appena poggiai le quattro zampe al terreno cominciai a scollarmi dalla pelliccia tutta l'acqua in eccesso, così da asciugarmi più in fretta.
Poi cercando di non sporcarmi con il terreno cercai di espormi meglio ai raggi solari, così da sentire il calore che emanavano e bearmi di quella sensazione fantastica che mi sentivo addosso. Come non detto ci asciugammo in poco tempo e appena mi rilassai un attimo sentì qualcosa dietro di me.
Subito girai il muso per vedere meglio e sospirai con il naso. Jin era dietro di me che annusava la mia vulva. Sapevo che era un lupo giovane e che essendo primavera iniziavano ad essere in calore. Ma non potevo accettare che avesse questo tipo di atteggiamento con me.
Non gliene davo effettivamente una colpa, poiché lui era portato a fare ciò solo per via del suo istinto, senza ragionare bene. Entrambi sapevamo che Jin non si sarebbe mai permesso di farmi una cosa del genere a mente lucida.
Inoltre forse anche data la sua giovane età, non aveva ancora imparato a resistere ai suoi istinti. Il fatto che anche noi licantropi fossimo per metà lupo, non voleva dire che eravamo del tutto degli animali, quindi non ci saremmo mai accoppiati con dei lupi, ovviamente.
Gli ringhiai piano, tanto da farlo risvegliare dal suo stato di trance e farlo riprendere a ragionare a mente lucida. Abbassai immediatamente la coda coprendo le mie parti più delicate appena allontanò il muso. Abbassò subito le orecchie, come per chiedermi scusa. Mi avvicinai a lui e giocosamente gli tirai l'orecchio.
Così finimmo di nuovo per giocare fino a che non ci ritrovammo con lui sotto di me a pancia in su, ed io sopra di lui, e proprio quest'ultimo ne approfittò per leccarmi il muso più volte. Gli tirai una leggera zampata sul naso per farlo calmare un attimo, di questo passo mi avrebbe bagnato tutto il muso con la sua saliva.
Un ringhio però ci fece gelare sul posto.