Capitolo VIII

1785 Words
Beatrice Il suono assordate della sveglia percuoteva i miei timpani e la mia testa dolorante ne soffriva tremendamente. Aprii gli occhi con l’intento di richiuderli dopo aver ammutolito l’apparecchio infernale ma quando vidi lampeggiare sullo schermo l’ora balzai via dal letto come una molla. Avevo solo quindici minuti per rendermi presentabile e mi resi conto che non ce l’avrei mai fatta. Corsi al bagno gettando la biancheria per aria e dopo ,credo, la doccia più veloce della mia vita mi precipitai in stanza cercando di racimolare dei vestiti decenti. “ Oh Santi numi! Che ci fai qui?!” portai una mano sul cuore palpitante mentre De Luca se ne stava tranquillamente seduto sulla sedia con le gambe accavallate e un giornale tra le mani. “ Sto accrescendo le mie informazioni sul mondo esterno, non è ovvio?” si soffermò sulla mia mise composta da un semplice asciugamano e tornò alla sua lettura. “ Esci subito di qui De Luca. E poi da quando hai il superpotere di oltrepassare i muri?” “ Nonostante io sia d’accordo con te sul fatto che starei bene in calzamaglia e mantello direi che mi piace l’atra idea che hai di me” assottigliai gli occhi e trattenni i miei istinti omicidi “ Non ho nessuna idea Samael e staresti davvero male in calzamaglia. Adesso esci di qui!” “ Davvero? Allora perché ieri continuavi a chiamarmi Akbar?” un brivido gelido attraversò la mia spina dorsale fino ai piedi le cui dita si arricciarono. Cercavo di rimembrare gli episodi della notte precedente ma le immagini erano offuscate e tutto si fermava ad un momento prima che entrassi in Hotel. “ Non l’ho mai fatto” avrei negato fino al mio ultimo respiro “ Lo hai fatto Beatrice e molto spesso” il suo sguardo era torbido e mi fece immaginare un finale del tutto errato. “ Ho.. ho detto altro?” se la mia bocca ricolma d’alcol avesse vomitato altri dettagli sordidi della mia vita non avrei avuto più via di fuga da quel demonio. Lui ci rifletté per qualche secondo mentre io cercavo di decifrare i miei flashback scomposti. “ Solo che Stef ti ha detto di venire a letto con me” mi sentii immersa nel fango maleodorante, sotto una pioggia di neve e grandine con il corpo straziato da Cerbero, il guardiano del terzo cerchio dell’inferno. Questo avrei dovuto patire per essere stata golosa e irresponsabile. “ è successo altro?” “ nulla di rilevante” il lampo malizioso che attraversò le sue iridi mi diede un messaggio diverso. C’era qualcosa che Samuel non mi stava dicendo e sperai non fosse nulla che avesse a che fare con delle email. “ Oh porca puttana la presentazione!” cominciai a correre per la stanza disperata mentre lui mi guardava tranquillo. “ Rilassati Bi, è stata spostata a pomeriggio” tirai un sospiro di sollievo e mi fermai dalla mia corsa funesta. “ Perché è stata spostata?” lui sollevò lo sguardo dal giornale e puntò i miei occhi “ Emilia aveva una terribile emicrania” arrossii imbarazzata e abbassai lo sguardo sui miei piedi nudi “ A tal proposito ti ho portato delle pillole per il mal di testa e ho ordinato la colazione” guardò l’ora sul suo polso e poi si rivolse nuovamente a me “ dovrebbe arrivare tra qualche minuto” lo vidi alzarsi dalla sedia e dirigersi verso l’uscio della porta. “ Grazie Samuel” lui si fermò con la mano sulla maniglia e mi rispose senza voltarsi “ Non ribellarti mai più a me” quelle parole mi erano familiari, era una citazione del suo libro! Cercai di ricordare le parole di Sherazad. “ Il fuoco non si spegne con il semplice ordine di un principe di ghiaccio” la sua mano strinse la maniglia così intensamente che le sue nocche divennero bianche. “ ci vediamo alle tre Beatrice, non un minuto di più” andò via lasciandomi sola in una stanza che in quel momento apparve tremendamente vuota e fredda. *** “ Beatrice tu puoi farcela, puoi farcela” guardai il mio volto allo specchio e nonostante l’apparenza fosse gradevole i miei occhi rivelavano timore ed insicurezza mentre le mie occhiaie erano testimoni della notte insonne e alcolica. Mi sentivo un disastro e la paura di mandare tutto a scatafascio mi attanagliava le budella. Sentii un tonfo alla porta “ Beatrice! Esci di lì, devi salire sul palco” “ È la tua occasione Bea, fa del tuo meglio” ripetei quelle parole a me stessa infondendomi un po’ di coraggio e uscii. “ Diamine pensavo avessi tentato il suicidio” Samuel mi condusse verso il palco a passo svelto. “ E finire nel settimo cerchio dell’inferno? Giammai Samael” “ Hai proprio una fissa per Dante eh?” gli sorrisi “ Non sai quanto” arrivammo ai piedi del palco e sussurri e schiamazzi si sentivano fin da lì. Prima che potessi salire mi bloccò voltandomi verso di sé. Le sue mani sulle mie spalle ebbero un effetto di calmante, i suoi occhi penetranti mi iniettarono l’adrenalina giusta e le sue parole mi diedero coraggio. “ Penderanno tutti dalle tue labbra, incantali Beatrice” annuii e andai incontro al mio destino dicendo addio a Beatrice Mancini e salutando Emilia Fossari. *** “ Bene, credo sia arrivato il momento delle domande” Sophia diede la parola alle lettrici dandomi un momento per un sorso d’acqua. Parlavo da non so quanto tempo e la mia gola era completamente asciutta. Nonostante la presentazione fosse andata a gonfie vele la parte che più temevo erano le domande delle lettrici. Avevo già partecipato ad incontri come quelli e per lo più si trattava di domande personali attinenti ai miei legami con la storia, le mie ispirazioni per i personaggi. Sarebbe stata dura convincere tutti. “ Emilia, perché hai deciso di ambientare la storia in medio oriente?” “ Mai sentito parlare delle mille e una notte? Beh mio padre me la leggeva sempre da bambina quindi credo sia più un legame affettivo”. Il silenzio della platea mi preoccupò, avrei dovuto essere più convincente. “ Ad ogni modo chi non vorrebbe un principe Arabo nel comodino?” le risa si levarono facendomi prendere un respiro di sollievo “ Emilia, in alcune pagine descrivi scene di sesso esplicito e violento hai preso ispirazione dai tuoi gusti personali?” Non osai immaginare le sfumature di vermiglio del mio volto e non credetti possibile che una lettrice potesse aver fatto una domanda del genere in pubblico. Cercai con lo sguardo gli occhi cielo del mio carnefice e non mi stupii nel vedere quel sorrisetto sghembo e derisorio. “ Ci vuole un bel coraggio a rispondere alla tua domanda” “ Vogliamo solo sapere se c’è un Akbar nella tua vita” sentii il suo sguardo su di me ma non mi voltai. Mi avrebbe decifrata se lo avessi fatto e dati gli eventi non potevo permetterlo. Misi su il mio più finto sorriso e risposi “ Sì, esiste un Akbar” gli schiamazzi si levarono e Sophia cercò di ristabilire l’ordine per continuare con le domande “ ci sono altre domande?” la mancanza di mani alzate mi fece quietare, sintomo che quell’incubo era finito. “ Io avrei una domanda” tutti si voltarono verso l’unico uomo seduto in fondo alla sala e mi si rizzarono le carni. Sophia mi guardava sbalordita mentre io le feci un segno rassegnato. “ Prego, dimmi pure” gli dissi sorridendo “ Nella presentazione hai fatto riferimento ad un amore reale privo di artifici mentre io in queste pagine vedo solo sesso spinto, è possibile che tu abbia confuso libro?” le risatine delle lettrici incantate da quell’angelo demoniaco mi infastidirono e pregai ogni divinità esistente che mi desse la forza di affrontare quel tornado. Non capivo il motivo per cui lui volesse mandare tutto a puttane in quel modo. “ se fosse solo sesso spinto come dici, allora non ci sarebbe un’evoluzione nei personaggi. Sherazad e Akbar si avvicinano perché arrivano ad un compromesso, la purezza dell’uno e la carnalità dell’altro si mischiano creando un connubio perfetto.” Sperai che la mia risposta lo soddisfacesse. “ Emilia io credo che tu abbia un po’ misticizzato il sentimento che riscontri in loro. Akbar è violento, rigido e minaccioso e lei tenta in tutti i modi di salvarlo. Credo che più che compromesso perfetto sia una sindrome da crocerossina persistente” “ stai insinuando che Akbar e Sherazad non si amino?” “dico solo che l’amore dovrebbe essere considerato peccato come il desiderio sessuale. ” Riconobbi il cinismo di Sant’Agostino e mi infervorai, la letteratura classica era il mio campo di battaglia e non avrebbe avuto scampo. “ Sant’Agostino non aveva termini di paragone adeguati per poter descrivere l’amore e chiunque abbia studiato un minimo di filosofia ne è a conoscenza. Per cui credo che non sia una citazione congrua in favore delle tue tesi” Samuel si avvicinò al palco e io mi alzai dalla sedia per raggiungerlo. Ci trovammo l’uno di fronte all’altro infuocati e pronti a dar battaglia, mentre le lettrici ascoltavano in silenzio quel dibattito. “ Allora parliamo di Paolo e Francesca, lo stesso Dante rinchiude il loro amore all’inferno. L’amore in vita li conduce nel dolore della morte” Il suo fu un colpo basso intollerabile ma una mossa azzardata entrare nel campo del nemico a gamba tesa. “ Dante non condanna l’amore ma la lussuria” “ E che mi dici dello stesso Dante? Anela l’amore di Beatrice per un intera vita senza mai avvicinarla. È a questo che porta l’amore. Il dolore della violenza per Sherazad, della condanna per i due cognati e della mancanza per lo stesso Dante” “ Parli di amore e dolore ma non sai quanto il filo lungo cui scorrono sia sottile. Dante vive nel dolere della mancanza di Beatrice ma fa del suo amore una figura mistica che lo porta a scrivere delle opere meravigliose. Botticelli vive nel dolore per la mancanza di Simonetta per questo dipinge la sua Venere e Sherazad ama Akbar non perché è il suo carnefice, ma perché prova il suo stesso dolore. Entrambi patiscono ciò che l’uno infligge all’altro provando amore incommensurato. È il dolore che provi quando tua figlia piange o il dolore che si prova quando qualcuno che mai muore. Il dolore è Amore Samael” Due lacrime salate percorsero le mie gote fino alle mie labbra. Attorno a me regnava il silenzio mentre il mio carnefice mi guardava come se volesse portarmi via nel suo regno infero per l’eternità. Mi allontanai da quella stanza ancora nel pieno del silenzio sgomento.
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