Il dottor Zilberg osservava il suo esercito di cloni, schierati in perfetto ordine davanti a lui, privi di espressione, privi di volontà. Solo macchine di carne programmate per obbedire. I suoi occhi brillavano di ambizione e fanatismo, la sua sete di potere ormai incolmabile. Di fianco a lui, sua figlia lo osservava in silenzio, il cuore oppresso da un peso insostenibile. Il pensiero del fratello, scomparso ormai da troppo tempo, non le dava pace. Avrebbe voluto andarlo a cercare, sapere se fosse ancora vivo, ma sapeva bene che suo padre non glielo avrebbe mai permesso.
Il vuoto lasciato dalla morte della madre si faceva sentire più che mai. Da quel giorno, la loro famiglia si era sgretolata, ridotta in cenere come un castello di sabbia spazzato via dalla tempesta. Suo padre non era più lo stesso uomo e lei si sentiva sempre più sola.
"Dobbiamo distruggerli. I ribelli sono la nostra rovina. Eliminandoli, avremo il controllo su tutto!" La voce di Zilberg rimbombò nel silenzio dell'assemblea. I cloni non reagirono, non un battito di ciglia, non un fremito. Erano solo strumenti nelle sue mani.
Con un cenno, ordinò loro di marciare. La guerra era ormai inevitabile. Nel rifugio, i ribelli non sapevano ancora che il loro tempo stava per scadere.
…
Nel rifugio segreto, Vittorio e Jared addestravano uomini e donne, ricordando loro che quei nemici non erano esseri umani, ma gusci vuoti, copie senz'anima da abbattere senza esitazione. Ogni colpo inferto, ogni colpo subito, avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte.
Luca si trovava nella casa che condivideva con Colton, preda di un'ansia insopportabile. Da settimane non aveva notizie di Adam, Teo, Colton e Clarence, partiti per cercare altri sopravvissuti. Il timore che non sarebbero mai tornati la divorava.
L'esercito fedele ad Adam, dopo aver scoperto che il loro imperatore era ancora vivo, si era unito ai ribelli, rafforzando le difese e preparando il contrattacco. Ma sarebbe stato sufficiente?
"Dovresti riposarti." La voce di Carlos la fece sussultare. Suo fratello le si avvicinò e lo strinse a sé. Il loro legame era sempre stato forte, forgiato nella lotta e nella sofferenza. "Stare qui a preoccuparti non cambierà le cose."
"Non dirmi che tu non sei preoccupato per Clarence." Luca appoggiò la testa sulla sua spalla.
Carlos le sorrise appena, stringendole le spalle. "Lo saprei se gli fosse successo qualcosa. Le nostre anime sono legate."
In quel momento entrarono Riccardo e Morris, altre due anime inquiete, incapaci di trovare riposo. Decisero di restare insieme, confortandosi con storie e ricordi di coloro che amavano più della loro stessa vita. Speravano, pregavano, che tornassero presto.
…
Colton guardava fuori dal finestrino del camion, i pensieri rivolti a Luca, il ragazzo che aveva imparato ad amare in così poco tempo e con così tanta intensità. Accanto a lui, Clarence raccontava di Carlos, e Adam non faceva che pensare a Morris. Nessuno di loro riusciva a togliersi dalla mente chi avevano lasciato indietro.
All'improvviso, un'esplosione squarciò la quiete della notte. Il camion si fermò di colpo e le persone a bordo si agitarono. Davanti a loro, uomini armati sollevarono le mitragliatrici, pronti a ucciderli.
Colton non esitò. Con un gesto della mano, fermò il tempo per un istante. I proiettili si bloccarono a metà aria e, con un secondo gesto, si sbriciolarono nel nulla. Poi puntò i suoi poteri contro le armi dei nemici, riducendole in cenere.
In un battito di ciglia, Jared e Riccardo apparvero fuori dalla caverna. Riccardo scatenò una pioggia di fuoco sui loro assalitori, facendoli svanire nel nulla.
Riccardo corse incontro a Teo, l'ansia scolpita sul viso. "Ero terrorizzato per te! Sei ferito?"
Teo lo baciò dolcemente. "Sto bene. Ma ora dobbiamo aiutare gli umani che abbiamo salvato."
Dal camion scesero uomini, donne e bambini, spaventati e spaesati. Riccardo si inginocchiò davanti a loro con un sorriso rassicurante. "Non abbiate paura. Adesso siete al sicuro."
Li condussero nella caverna e, man mano che avanzavano, l'oscurità si aprì su un mondo incredibile. Dopo anni di devastazione, la civiltà stava rinascendo.
Luca vide Colton e corse verso di lui, gettandogli le braccia al collo e baciandolo con passione. "Ero terrorizzato per te..."
Colton le accarezzò il viso. "Mi sei mancato terribilmente."
Tutti si ritrovarono tra le braccia dei loro compagni, ritrovando per un momento la pace nell'inferno della guerra.
…
Nel loro rifugio, Adam osservava Morris muoversi in cucina. La visione di lui, il suo corpo snello che si muoveva con grazia, il suono del suo respiro, lo stregarono.
Adam si avvicinò e lo abbracciò da dietro, baciandogli il collo. Morris gemette piano, lasciandosi trasportare. Si voltò e Adam lo baciò con ardore, le loro mani che esploravano avidamente i corpi caldi.
Si liberarono dei vestiti in un battito di ciglia. Adam lo sollevò sul tavolo della cucina, le dita che scorrevano lungo la sua pelle, fino a prepararlo per ciò che sarebbe venuto. Quando fu pronto, si unì a lui in un unico, profondo movimento.
Morris urlò il suo nome mentre veniva travolto dal piacere. Adam lo seguì subito dopo, stringendolo forte, come se il mondo intero potesse dissolversi attorno a loro e non avrebbe avuto importanza.
Respiravano all'unisono, le loro anime intrecciate come mai prima d'ora.
"Sono felice che la mia prima volta sia stata con te..." sussurrò Morris.
Adam lo baciò di nuovo, pronto a perdersi ancora in lui.
Ma mentre l'amore infiammava i cuori degli eroi, l'ombra della guerra si addensava. La battaglia finale era ormai alle porte. Insieme avrebbero trovato la forza di combattere. O di perire tentando.