Capitolo 2

1524 Words
«Non correre, Noah!»-urlo tra i denti, guardandomi intorno in cerca della macchina di mio padre, mentre mi decido di afferrare il braccio di mio figlio. Ho sbagliato a chiedere a Louis di non accompagnarmi, dato che lui è molto più bravo di me a sopportare questo bimbo che sembra prendere la scossa ogni cinque minuti, ma penso anche che abbia preso la decisione giusta perché non voglio assistere a una strage non appena metto piede nella villa. Mio figlio sbuffa sonoramente, ma ritorna a ridere come un pazzo, saltellando sul posto come se avesse visto Spider-Man in piedi davanti a lui, ma poi capisco il motivo quando una vecchia Jeep Grand Cherokee sbuca davanti alla grossa tabella bianca e mio mio padre suona il clacson per salutare i gemelli con un sorriso a trentadue denti, al che Noah corre verso di lui. Non spreco il fiato e lo lascio fare, sapendo già di non poterlo fermare a prescindere, quindi mi limito a schioccare la lingua e spostare gli occhi su Ryan: non muove un ciglio, anche se è la prima volta che guarda suo nonno dal vivo, e alza il mento sbuffando. «Non vuoi fare a gara con Noah su chi arriva primo da nonno Alberto?»-cerco di invitarlo a muoversi ed essere più entusiasta, ma si limita ad alzare le spalle e avvicinarsi a passo lento da mio padre con un borsone sulle spalle, talmente grande che fatica a tenerlo in braccio, quindi faccio per aiutarlo, ma si allontana bruscamente, lanciandomi un'occhiataccia che riesco a malapena a guardare attraverso i suoi ricci. Sospiro, mentre mi avvicino a mio padre, che ha ancora in braccio Alvin superstar, ma sposta immediatamente gli occhi nei miei perdendo il sorriso improvvisamente. Abbassa gli occhi per guardarmi dalla testa ai piedi velocemente, per poi sforzare un sorriso tirato: «Figliola...»-allunga il braccio libro, quindi mi avvicino a lasciare un bacio sulla sua guancia come ai vecchi tempi, anche se nulla sarà come prima. Non ho il coraggio di fiatare e ringrazio mentalmente il piccolo al mio fianco quando l'attenzione di mio padre è catturata da Ryan. Questi non gli salta al collo, ma lo guarda dal basso: «Tu dovresti essere Ryan.»-sorride a mio figlio e fa per avvicinarsi e abbracciarlo, ma il bambino fa un passo indietro e allunga una mano come se fosse un uomo, piuttosto che un bambino di quattro anni. «Signor nonno Alberto, è un piacere conoscerla.»-muove le labbra velocemente, mentre io cerco di trattenere una risata per l'espressione seria del suo viso. «Oh.»-mio padre raddrizza la schiena e gli afferra la mano per accontentarlo, fingendo un'espressione seria, che alleggerisce la situazione un poco. «Il piacere è tutto mio, signor nipotino.»-mio figlio annuisce, mentre papà alza il mento per indicare la macchina, ma non prima di avergli scompigliato i capelli, infastidendolo visibilmente. Mi lancia una veloce occhiata, ma gli faccio capire che è fatto così e non c'è verso per farlo sentire un ragazzino, dato che gli piace credersi grande e maturo. «Bene.»-non appena entriamo in macchina mio padre ci guarda per assicurarsi che ci siamo tutti, quindi si decide di partire con un sorriso sincero. I suoi occhi sono talmente illuminati che mi è difficile credere che non gli abbia fatto piacere la nostra visita, anche se non sono ritornata per lui... «Vostro padre lo avete lasciato a Roma?»-la sua espressione passa da commossa a seria e dal modo in cui mi guarda capisco che si rivolge proprio a me. «Doveva lavorare...»-inizio a mentire con un filo di voce, ma vengo interrotta da Ryan: «Deve sempre lavorare.»-dice tra i denti, incrociando le braccia sul petto, mentre Noah salta sul posto e si protrae in avanti sul sedile: «Mettiti seduto!»-urlo affianco a mio padre, pentendomi per non aver preso posto affianco a loro, ma mio figlio finge di nulla e prende un forte respiro, strillando vicino al mio orecchio: «Papà è molto intelligente! Sa molte cose e le dice ad altri bambini e... e...»- inizia a balbettare e abbassa la voce quando i suoi occhi cadono fuori dalla finestra, sulla gigantesca e famigliare villa che ci appare di fronte. Perdo un battito quando realizzo di avere di fronte il posto dove tutto è iniziato, ma fingo di respirare normalmente quando mio padre inizia a guardarmi di sottecchi. Schiarisco la voce e guardo i gemelli attraverso lo specchietto retrovisore interno, per la prima volta spaventata che tra lui possa sospettare qualcosa non appena vedrà i suoi figli per la prima volta. Non m'importa della reazione che avrà rivedendomi, non mi importa di come ha sofferto in prigione per così tanto tempo, perché non sono più la donna patetica che ero una volta. Prendo un forte respiro, evitando le domande che mio figlio continua a porre al nonna e preparandomi ad affrontare mia madre. Non ho voluto parlare mai a nessuno di Alex dell'esatto momento in cui l'ho abbandonato il giorno del matrimonio, prima che lo facesse lui. Preferisco che tutti mi puntino l'indice contro piuttosto che esprimere ciò che ho trattenuto a lungo, negando persino a Louis di tirare fuori l'argomento. Non ho superato ciò che è successo anni fa, l'ho solo evitato, e continuerò a farlo a prescindere dalla testardaggine di mia madre e il silenzio di mio padre. Infondo sapevo che non sarebbe stato facile rivedere tutti, dai miei genitori ai suoi, da Tiara ad Annarita e a John, i miei migliori amici, ma soprattutto Alex e la strafottenza... Non appena la macchina inizia ad attraversare il verde del frammento di giardino più vicino mi posiziono meglio sul sedile: mi sembra di vivere un déjà vu mentre la macchina si muove sotto gli alberi ormai giganteschi. Posiziono meglio la borsa sulle spalle e metto la valigia davanti le gambe, respirando forte e portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio, per poi allungare l’indice e premere il campanello della gigantesca casa. Sobbalzo quando mio padre frena la macchina, ritornando alla realtà e rendendomi conto che mio padre ride insieme a Noah, mentre escono già dalla macchina, sbattendo la porta alle spalle. Sbatto più volte le palpebre, per poi decidermi di imitarli lentamente. Non mi sorprendo quando vedo mia madre sbucare fuori dalla porta prima che potessimo bussare, e non mi stupisce nemmeno il fatto che si prende cura di se e non sembra essere cambiata per nulla, rimanendo la bella donna di cinque anni fa. Non appena incrocio il suo sguardo noto che ha la stessa espressione indecifrabile che ha mantenuto ogni volta che ci siamo guardate attraverso lo schermo di un telefono. Sembra delusa, ma allo stesso tempo contenta di non essermi sposata con un criminale. Non so il motivo per cui è stato sbattuto in carcere, ma per me rimarrà a prescindere un criminale, non avendoci pensato due volte prima di sostituirmi con una donna che lo ha tradito a sua volta per chissà quale motivo, chiudendolo in una cella. Mia madre sposta gli occhi sui due gemelli che la guardano dal basso, ma Noah non ci pensa molto prima di fare un saltello per farsi prendere in braccio, a differenza di Ryan, sempre più distaccato. Mia madre inizia a coccolare Noah, per poi attirare l'altro sul suo grembo, afferrandogli la guancia tra l'indice e il pollice, e se non fosse per la sua aria intimidatoria, sono sicura che Ryan si sarebbe subito allontano dai suoi artigli. Faccio un passo in avanti per entrare nella casa che, per quanto voglio apparire fredda e distaccata, devo ammettere mi sia mancata da morire. Già l'Australia mi aveva tenuta lontana per anni interi, poi vivendo a Roma non ho pianificato un viaggio di ritorno prima di una settimana fa, quando Louis si è inginocchiato di fronte a me con un anello in mano, chiedendomi di diventare sua moglie. Siamo agli inizi di ottobre, ma il freddo che fa nel Bronx è più insopportabile di quello degli inizi di gennaio, tanto che sono costretta a stringermi nel cappotto firmato e profumante, evitando di guardare verso la villa, fino a quando mio padre non si decide di chiudere il portone. «Che mi dite di Roma?»-mia madre riprende a interrogare i gemelli come se la mia presenza non avesse alcuna importanza, ma non riceve una risposta quanto i due chiedono del bagno. «È in fondo al corridoio.»-indico la destra, mentre aiuti Noah a privarsi del giubbotto pesante: «Accompagna tuo fratello.»-mi rivolgo a Ryan, che si è già tolto l'indumento e annuisce lentamente. Li seguo con gli occhi fino al momento in cui scompaiono dietro l'angolo, per poi ritornare a guardare dritta negli occhi mia madre. Leggo nelle sue pupille che vuole riempirmi di domande e massacrarli di rimproveri, ma non le dò il tempo di fiatare e sciolgo ogni loro dubbio. «Non sono ritornata solo per il matrimonio di Chris.»-ammetto con un tono sicuro, mentre i miei genitori iniziano a scambiarsi una lunga occhiata, socchiudendo gli occhi, ma non mi interrompono, quindi decido di prendere un forte respiro e sputare acida tutto d'un fiato: «Voglio il divorzio da Alex.» ? Ricco Stronzo e Tatuato è già diventato un BESTSELLER prima ancora di uscire!!!! Vi ricordo il link (in basso nella foto)
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