Capitolo 3

696 Words
Megan pov  Entrai nel lungo corridoio che mi portò davanti a una sfilza di armadietti e dopo dieci minuti finalmente trovai il mio.  Fu un'impresa trovare qualcuno alla segreteria che mi desse le informazioni che mi occorrevano.  Sofia continuava a parlarmi come una macchinetta senza sosta e mi raccontò di mezza scuola e delle cose più assurde che succedevano in quella quattro mura.  Riuscii ad afferrare solo metà delle cose che mi disse talmente parlava veloce.  > mi chiese lei ad un tratto scuotendomi dai miei pensieri.  > risposi cercando nel foglio. > esclamai.  > ammise lei. Fece una faccia repellente, talmente  buffa che scoppiai a ridere sonoramente. > chiesi. > sospirò come se fosse stata salvata da un destino crudele.  Dopo un po' ci salutammo e mi indicò la strada per arrivare alla mia classe, ma prima di andarsene definitivamente mi chiese di pranzare insieme e accettai.  Era l'unica "amica"che avessi per ora, e dopotutto era così simpatica e premurosa pur non conoscendomi ancora.  Mi ritrovai davanti alla porta della mia aula sospirando nervosa, non era mai bello essere nuova, figuriamoci in un posto che non conoscevi per niente.  Presi coraggio e bussai alla porta.  Entrai. > Disse il professore guardandomi. Un uomo di mezza statura paffutello con gli occhiali sopra la testa, sembrava uscito da un cartone animato anni ottanta.  > dissi con voce un po' tremolante.  Accidenti a me, ero una frana in queste cose.  > iniziò a dire l'uomo davanti a me.  > aggiunse con un sorriso bizzarro.  Scrutai la classe per cercare un posto vuoto che non sia in prima  o l'ultima fila,  mi mettevano a disagio, soprattutto la prima.  Fui lì che vidi per la prima volta lui, capelli castano scuri, corti ai lati e con il ciuffo, soprattutto mossi o più che altro scompigliati così mi sembrava.  Occhi di ghiaccio di un grigio azzurro che a guardarli ti stendono, sembrava molto alto, fisico palestrato e possente, un perfetto Dio greco.  Mi chiesi cosa ci facesse un ragazzo così in quel posto. Sembrava  così fuori posto.  Perché ?  Beh aveva un orecchino, o una specie di dilatatore, piccolo non grande e un piercing al naso. Fin lì niente di così sconcertante, poi lo guardai meglio, e notai che era ricoperto di tatuaggi su tutte le braccia e alcuni anche sul collo.  Non sono una che giudica alla prima apparenza, ma notando il resto della classe così "pulito", lui sembrava una macchia accecante dentro a quel riquadro così perfetto.  Di una cosa ero certa però, era sicuramente una di quelle persone che portavano guai infiniti.  Mi sentivo  spaesata soltanto a guardarlo dopotutto era intrigante, lo ammetto. Mi diressi verso il mio posto è mi sedetti.  Il professor Dalton iniziò a parlare, metà classe era alle prese con il fare tutto tranne che ascoltare la lezione,invece una piccola parte me compresa era interessata. Girai la testa e rimasi sorpresa nel vedere quel ragazzo prendere appunti e ad ascoltare il professore parlare.  "Quando si dice non giudicare un libro dalla copertina. " pensai tra me e me.  Poco dopo la campanella suonò e fuori dall'aula passarono alcuni ragazzi che gridarono come degli animali da circo.  > disse uno indirizzato verso la mia classe.  Mentre mi alzai per uscire dalla porta, mi scontrai con quella "montagna" di ragazzo che per poco non mi fece volare per terra per la seconda volta in un giorno.  "Porca troia." Dissi tra me e me ricomponendomi.  > disse il ragazzo tenendomi per un braccio.  Lo guardai torva e lasciai la presa, ci fu un momento uno solo in cui ci guardammo negli occhi.  In quel momento che capii che non mi sarei più sbarazzata di quei due abissi grigio blu.
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